VACLAV HAVEL
Cara Olga, la cosa più
importante di tutte per te è non perdere la fede e la speranza.
Quando
parlo di fede e di speranza non ho in mente l’ottimismo nel senso convenzionale
del termine, con il quale di solito si esprime la convinzione che “tutto andrà
bene”. Non condivido un simile principio, lo considero – se espresso in modo
così generico – un’illusione pericolosa. Non so come “tutto” andrà e perciò
devo accettare anche la possibilità che tutto, o perlomeno la maggior parte
delle cose, vada male.
La speranza non è
sicuramente la stessa cosa dell'ottimismo. La speranza non è la convinzione che qualcosa
possa riuscire bene ma la certezza che qualcosa abbia senso, indipendentemente
dalla sua riuscita
L’ottimismo
(per come lo intendo io qui) non è quindi qualcosa di univocamente positivo ma
è, piuttosto, il contrario: nella vita ho incontrato molte persone che, quando
avevano la sensazione che tutto sarebbe andato bene, erano piene di euforia e
brio, ma quando, pensando al futuro passavano all’opinione opposta, di solito
alla prima occasione, sprofondavano di colpo in un cupo scetticismo.
Il
loro scetticismo (che spesso si esprimeva in forma di visioni catastrofiche)
era, ovviamente, altrettanto emotivo, superficiale e selettivo del loro
precedente entusiasmo: si trattava soltanto di due facce della stessa medaglia.
Quando qualcuno ha bisogno dell’illusione per vivere, ciò non è un’espressione
di forza, ma di debolezza, e lo dimostrano le ripercussioni su una vita
siffatta.
Una
fede autentica è qualcosa di incomparabilmente più profondo e misterioso di
qualche emozione ottimistica (o pessimistica), e non dipende da come in un dato
momento la realtà appare effettivamente. Ed è anche per tale ragione che
soltanto l’uomo di fede, nel senso più profondo del termine, è in grado di
vedere le cose per come sono veramente, e di non distorcerle, non avendo egli
ragioni né personali, né emotive per farlo.
L’uomo
privo di fede si preoccupa semplicemente di sopravvivere, per quanto possibile,
comodamente e senza dolore ed è indifferente a tutto il resto.
Baci da Vašek
7 gennaio 1981
da "Lettere a Olga"
Nessun commento:
Posta un commento