Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi riecheggia in tutto il mondo l’annuncio della
Chiesa: “Gesù Cristo è risorto!” – “È veramente risorto!”.
Come una fiamma nuova questa Buona Notizia si è accesa
nella notte: la notte di un mondo già alle prese con sfide epocali ed ora
oppresso dalla pandemia, che mette a dura prova la nostra grande famiglia
umana. In questa notte è risuonata la voce della Chiesa: «Cristo, mia speranza,
è risorto!» (Sequenza pasquale). (…)
In queste settimane, la vita di
milioni di persone è cambiata all’improvviso. Per molti, rimanere a casa è
stata un’occasione per riflettere, per fermare i frenetici ritmi della vita,
per stare con i propri cari e godere della loro compagnia. Per tanti però è
anche un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il
lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi
porta con sé. (…)
Non è questo il tempo
dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo
e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia. Gesù risorto doni speranza
a tutti i poveri, a quanti vivono nelle periferie, ai profughi e ai senza
tetto. Non siano lasciati soli questi fratelli e sorelle più deboli, che
popolano le città e le periferie di ogni parte del mondo. Non facciamo loro
mancare i beni di prima necessità, più difficili da reperire ora che molte
attività sono chiuse, come pure le medicine e, soprattutto, la possibilità di
adeguata assistenza sanitaria. In considerazione delle circostanze, si
allentino pure le sanzioni internazionali che inibiscono la possibilità dei
Paesi che ne sono destinatari di fornire adeguato sostegno ai propri cittadini
e si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori
necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che
grava sui bilanci di quelli più poveri.
Non è questo il tempo degli egoismi, perché
la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di
persone. Tra le tante aree del mondo colpite dal coronavirus, rivolgo uno speciale pensiero all’Europa. Dopo
la Seconda Guerra Mondiale, questo continente è potuto risorgere grazie a un
concreto spirito di solidarietà che gli ha consentito di superare le rivalità
del passato. È quanto mai urgente, soprattutto nelle circostanze odierne, che
tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di
un’unica famiglia e si sostengano a vicenda. Oggi l’Unione Europea ha di fronte
a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello
del mondo intero. Non si perda
l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a
soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi
particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere
a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni.
Non è questo il tempo delle divisioni.
Cristo nostra pace illumini quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché
abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e
immediato in tutti gli angoli del mondo. Non è questo il tempo in cui
continuare a fabbricare e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che
dovrebbero essere usati per curare le persone e salvare vite. Sia invece il
tempo in cui porre finalmente termine alla lunga guerra che ha insanguinato
l’amata Siria, al conflitto in Yemen e alle tensioni in Iraq, come pure in
Libano. Sia questo il tempo in cui Israeliani e Palestinesi riprendano il
dialogo, per trovare una soluzione stabile e duratura che permetta ad entrambi
di vivere in pace. Cessino le sofferenze della popolazione che vive nelle
regioni orientali dell’Ucraina. Si ponga fine agli attacchi terroristici
perpetrati contro tante persone innocenti in diversi Paesi dell’Africa.
Non è questo il tempo della
dimenticanza. La crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare
tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone. Il
Signore della vita si mostri vicino alle popolazioni in Asia e in Africa che
stanno attraversando gravi crisi umanitarie, come nella Regione di Cabo
Delgado, nel nord del Mozambico. Riscaldi il cuore delle tante persone
rifugiate e sfollate, a causa di guerre, siccità e carestia. Doni protezione ai
tanti migranti e rifugiati, molti dei quali sono bambini, che vivono in
condizioni insopportabili, specialmente in Libia e al confine tra Grecia e
Turchia. E non voglio dimenticare l’isola di Lesbo. Permetta in Venezuela di
giungere a soluzioni concrete e immediate, volte a consentire l’aiuto
internazionale alla popolazione che soffre a causa della grave congiuntura
politica, socio-economica e sanitaria.
Cari fratelli e
sorelle,
indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le
parole che vogliamo sentire in questo tempo. Vogliamo bandirle da ogni tempo!
Esse sembrano prevalere quando in noi vincono la paura e la morte, cioè quando
non lasciamo vincere il Signore Gesù nel nostro cuore e nella nostra vita.
Egli, che ha già sconfitto la morte aprendoci la strada dell’eterna salvezza,
disperda le tenebre della nostra povera umanità e ci introduca nel suo giorno
glorioso che non conosce tramonto.
Con queste riflessioni, vorrei augurare a tutti voi una buona
Pasqua.
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