Caffarra: “Cari fedeli, ecco quali sono gli orientamento per il voto”
febbraio 16, 2013Carlo
Caffarra
Nella presente
circostanza che, attraverso l’imminente chiamata all’espressione del voto,
coinvolge il futuro civile del Paese, l’Arcivescovo S. Em. il Card. Carlo
Caffarra offre questa riflessione e criteri di orientamento.
Cari fedeli, solo dopo lunga riflessione
ho deciso di dirvi parole di orientamento per il prossimo appuntamento
elettorale. Di parole ne avete sentite tante in queste settimane; di promesse
ne sono state fatte molte. Io non ho nessuna promessa da farvi. Spero solo che
le mie parole non siano confuse con altre, perché non nascono da preoccupazioni
politiche.
E’ come pastore della Chiesa che vi parlo.
1. La vicenda culturale
dell’Occidente è giunta al suo capolinea: una grande promessa largamente non
mantenuta.
I fondamenti sui quali è stata costruita
vacillano, perché il paradigma antropologico secondo cui ha voluto coniugare i
grandi vissuti umani [per esempio l’organizzazione del lavoro, il sistema
educativo, il matrimonio e la famiglia …] è fallito, e ci ha portato dove oggi
ci troviamo.
Non è più questione di restaurare un edificio
gravemente leso. E’ un nuovo edificio ciò di cui abbiamo bisogno. Non sarà mai
perdonato ai cristiani di continuare a essere culturalmente irrilevanti.
2. E’ necessario avere
ben chiaro quali sono le linee architettoniche del nuovo edificio; e quindi anche
quale profilo intendiamo dare alla nostra comunità nazionale. Ve lo indico,
alla luce del grande Magistero di Benedetto XVI.
٭ La vita di ogni persona
umana, dal concepimento alla sua morte naturale, è un bene intangibile di cui
nessuno può disporre. Nessuna persona può essere considerata un peso di cui
potersi disfare, oppure un oggetto – ottenuto mediante procedimenti tecnici
[procreazione artificiale] – il cui possesso è un’esigenza della propria
felicità.
٭ La dicotomia
Stato–Individuo è falsa perché astratta. Non esiste l’individuo, ma la persona
che fin dalla nascita si trova dentro relazioni che la definiscono. Esiste
pertanto una società civile che deve essere riconosciuta.
Lo Stato è un bene umano fondamentale,
purché rispetti i suoi confini: troppo Stato e niente Stato sono ugualmente e
gravemente dannosi.
٭ Nessuna civiltà,
nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio e
alla famiglia la loro incomparabile dignità, necessità e funzione.
Incomparabile significa che nel loro genere non hanno uguali. Equipararle a
realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma
istituzionalizzare il falso. «Non parlare come conviene non costituisce solo
una mancanza verso ciò che si deve dire, ma anche mettere in pericolo l’essenza
stessa dell’uomo» [Platone].
٭ Il sistema economico
deve avere come priorità il lavoro: l’accesso al e il mantenimento del
medesimo. Esso non può essere considerato una semplice variabile del sistema.
Il mercato, bene umano fondamentale, deve
configurarsi sempre più come cooperazione per il mutuo vantaggio e non
semplicemente come competizione di individui privi di legami comunitari.
٭ Tutto quanto detto
sopra è irrealizzabile senza libertà di educazione, che esige un vero pluralismo
dell’offerta scolastica pubblica, statale e non statale, pluralismo che
consenta alle famiglie una reale possibilità di scelta.
3. Non possiamo astenerci
dal prendere posizione su tali questioni anche mediante lo strumento
democratico fondamentale del voto. La scelta sia guidata dai criteri
sopraindicati, che sintetizzo: rispetto assoluto di ogni vita umana;
costruzione di un rapporto giusto fra Stato, società civile, persona;
salvaguardia dell’incomparabilità del matrimonio – famiglia e loro promozione;
priorità del lavoro in un mercato non di competizione, ma di mutuo vantaggio;
affermazione di una vera libertà di educazione.
Se con giudizio maturo riteniamo che
nessun programma politico rispetti tutti e singoli i suddetti beni umani, diamo
la nostra preferenza a chi secondo coscienza riteniamo meno lontano da essi,
considerati nel loro insieme e secondo la loro oggettiva gerarchia.
4. Raccomando ai
sacerdoti e ai diaconi permanenti di rimanere completamente fuori dal pubblico
dibattito partitico, come richiesto dalla natura stessa del ministero sacro e
da precise norme canoniche.
5. Invochiamo infine con
perseveranza e fede i santi patroni d’Italia Francesco e Caterina da Siena
affinché, per loro intercessione, la nostra preghiera per il Paese trovi ascolto
presso il Padre nostro che ‘ci libera dal male’.
Bologna, 16 febbraio 2013
+ Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo
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