Silvio Berlusconi, intervistato dal settimanale Tempi, riassume in uno slogan il programma del Popolo della Libertà: «Stato
minimo e valori della persona». In un’intervista concessa al direttore di Tempi, Luigi Amicone, Berlusconi parla della campagna elettorale, dei suoi
avversari Pier Luigi Bersani e Mario Monti, di tasse, Imu, crescita e valori
non negoziabili. Nega la possibilità di accordi post voto con il centro e la
sinistra e apre, con cautela, a una nuova Bicamerale per le riforme. Annuncia
che nel suo governo ci sarà «un ministro per le Riforme».
L’intervista uscirà sul settimanale Tempi in edicola da domani. Qui ne riportiamo ampi stralci.
L’intervista uscirà sul settimanale Tempi in edicola da domani. Qui ne riportiamo ampi stralci.
RIMONTA. Berlusconi dice che «la
sinistra di Bersani e Vendola, che pensava di avere già vinto le elezioni, ora
è terrorizzata dalla nostra rimonta. Mi dispiace che una norma insensata mi
vieti di parlare di sondaggi, ma tutti sanno benissimo che la rimonta è
compiuta e l’esito delle elezioni è apertissimo». Il leader del Pdl dice di
volere «ridare agli italiani la capacità di credere nel loro futuro. Io ho
grande fiducia nel nostro popolo: sono convinto che in fondo gli italiani
vadano soltanto lasciati lavorare, senza opprimerli di tasse e di burocrazia,
offrendo delle ragionevoli condizioni di contesto, come infrastrutture e
sicurezza, e il nostro paese dalla crisi è perfettamente in grado di uscire.
Certo, la situazione oggi è grave, ma proprio per questo, se di paura dobbiamo
proprio parlare, io lo farei per chi, come Monti, ha tramortito la nostra
economia e di chi, come Bersani e Vendola, continuerebbe e anzi aggraverebbe la
strada delle tasse e della spesa facile».
VITA, FAMIGLIA,
MATRIMONIO. Come si può riassumere il programma del Popolo della Libertà? Berlusconi
lo sintetizza in poche parole: «Stato minimo e valori della persona». Secondo
il Cavaliere «nessun’altra coalizione può vantare la propria coerenza con
questi princìpi, neppure i cosiddetti centristi».
Berlusconi ricorda che «ci siamo sempre opposti ad ogni deriva laicista e relativista, abbiamo fatto tutto il possibile, anche scontrandoci con il capo dello Stato, come nel caso Englaro, per difendere la vita in ogni suo momento, la famiglia naturale, la libertà di scelta educativa. Se l’Italia oggi non ha l’eutanasia legale, il matrimonio gay, la fecondazione eterologa, come avviene in tanti paesi europei, il merito è nostro, è della linea che coerentemente in parlamento e al governo abbiamo mantenuto in questi anni».
Berlusconi ha ribadito di essere «per la massima estensione dei diritti individuali per ogni cittadino quali che siano le sue scelte e i suoi orientamenti nella vita privata», ma, ha aggiunto, «senza toccare la vita, il matrimonio e la famiglia, che sono valori sociali e culturali, non soltanto scelte private».
Berlusconi ricorda che «ci siamo sempre opposti ad ogni deriva laicista e relativista, abbiamo fatto tutto il possibile, anche scontrandoci con il capo dello Stato, come nel caso Englaro, per difendere la vita in ogni suo momento, la famiglia naturale, la libertà di scelta educativa. Se l’Italia oggi non ha l’eutanasia legale, il matrimonio gay, la fecondazione eterologa, come avviene in tanti paesi europei, il merito è nostro, è della linea che coerentemente in parlamento e al governo abbiamo mantenuto in questi anni».
Berlusconi ha ribadito di essere «per la massima estensione dei diritti individuali per ogni cittadino quali che siano le sue scelte e i suoi orientamenti nella vita privata», ma, ha aggiunto, «senza toccare la vita, il matrimonio e la famiglia, che sono valori sociali e culturali, non soltanto scelte private».
TAGLIO DELLE TASSE. Se fosse eletto, cosa
farebbe nei primi cento giorni? «È molto semplice – dice Berlusconi -:
taglieremo subito le tasse. È questa la chiave di tutta la nostra politica
economica. Partiremo dalla più odiosa delle imposte, l’Imu, che colpisce il
bene più prezioso degli italiani, la casa. Abbiamo detto – e lo considero il
più solenne impegno di questa campagna elettorale – che restituiremo l’Imu
sulla prima casa già pagata nel 2012. È un gesto insieme simbolico e concreto».
Ma Berlusconi aggiunge che «nel giro dei cinque anni della prossima legislatura ridurremo gradualmente l’Irap per le aziende fino a cancellarla completamente. Un’altra strada che adotteremo per far ripartire l’occupazione è poi quella della detassazione dei nuovi contratti: un’azienda che assumerà un disoccupato a tempo indeterminato sarà esentata per diversi anni dal pagare su quel contratto sia le imposte che i contributi. In Italia ci sono circa quattro milioni di aziende. Se ognuna per ipotesi assumesse un solo dipendente a condizioni così favorevoli, avremmo una spinta enorme per l’occupazione». A tutto questo, spiega, «deve accompagnarsi un serio e severo taglio delle spese, in quasi tutti i settori, escludendo la formazione e la sicurezza. Io mi impegno a tagliare almeno il 2 per cento di spesa pubblica l’anno per i prossimi cinque anni, senza toccare lo Stato sociale per i più deboli. I margini per farlo ci sono, le sacche di spreco e di malcostume da eliminare sono vastissime».
Ma Berlusconi aggiunge che «nel giro dei cinque anni della prossima legislatura ridurremo gradualmente l’Irap per le aziende fino a cancellarla completamente. Un’altra strada che adotteremo per far ripartire l’occupazione è poi quella della detassazione dei nuovi contratti: un’azienda che assumerà un disoccupato a tempo indeterminato sarà esentata per diversi anni dal pagare su quel contratto sia le imposte che i contributi. In Italia ci sono circa quattro milioni di aziende. Se ognuna per ipotesi assumesse un solo dipendente a condizioni così favorevoli, avremmo una spinta enorme per l’occupazione». A tutto questo, spiega, «deve accompagnarsi un serio e severo taglio delle spese, in quasi tutti i settori, escludendo la formazione e la sicurezza. Io mi impegno a tagliare almeno il 2 per cento di spesa pubblica l’anno per i prossimi cinque anni, senza toccare lo Stato sociale per i più deboli. I margini per farlo ci sono, le sacche di spreco e di malcostume da eliminare sono vastissime».
NO A GOVERNO DI LARGHE
INTESE. Se dopo il voto, chiede il direttore di Tempi Luigi Amicone, ci si
ritrovasse in una situazione di ingovernabilità, è possibile che lei, come fece
nel 2006 con Romano Prodi, tenda una mano alla coppia Bersani-Monti? «Non si
ripeteranno le condizioni del 2006 – risponde Berlusconi -, perché gli italiani
non lo permetteranno. Io sono convinto, e non solo dai sondaggi, che possiamo
vincere in entrambi i rami del Parlamento. Comunque non ci sono le condizioni
per un nuovo governo di larghe intese dopo le elezioni. Ci abbiamo provato, con
il governo Monti, e avete visto com’è andata a finire. Non ripeteremo quello
che – con il senno del poi – forse è stato un errore. D’altronde come potremmo
collaborare con Monti e Bersani, con Vendola e Fini, persone che in materia
fiscale come sui temi etici hanno un’opinione opposta alla nostra?».
RIFORME COSTITUZIONALI. Il Cavaliere si dice
convinto che «il nostro paese ha un drammatico bisogno
di riforme costituzionali». Cita le difficoltà di governo per un presidente del
Consiglio e il fatto che «Camera e Senato fanno lo stesso identico lavoro,
raddoppiando i tempi e i costi». «Sono tutte cose che dobbiamo cambiare»,
spiega. «Per questo chiedo agli italiani una maggioranza ampia che mi dia la
forza per cambiare le regole. Su questo comunque, ma solo su questo, sono
pronto a collaborare nel prossimo Parlamento con tutte le altre forze politiche
disponibili. C’è da ridurre il numero dei parlamentari, da tagliare i costi
della politica, da cancellare il finanziamento ai partiti. Per fare tutte
queste cose la strada del referendum propositivo sarebbe forse quella giusta,
ma la Costituzione la rende oggi impraticabile. Dovremmo prima cambiare la
Costituzione stessa, e questo sarebbe lunghissimo e macchinoso».
BICAMERALE PER LE
RIFORME. Infine, una cauta apertura a una Bicamerale per le riforme: «Non ho nulla
in contrario a una nuova Bicamerale per le riforme, purché con un mandato
preciso e dei limiti altrettanto precisi di tempo e di metodo. Mi va bene a
patto che non sia la solita occasione per annegare nelle parole bellissimi
progetti destinati a rimanere solo sulla carta. Quanto al ministro per le
Riforme, certamente nel mio governo ci sarà, visto che sarà una delle nostre
priorità assolute».
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