seconda
puntata
Prima l’annuncio di una querela, poi gli insulti sul giornale. E’ lo «stile
Famiglia Cristiana» con chi osa criticare una sua iniziativa o articolo. E così
anche La
Nuova Bussola Quotidiana è finita nel mirino
del settimanale dei Paolini. La colpa? Quell’editoriale di
Mario Palmaro in cui si criticava la pubblicazione in terza di
copertina di Famiglia Cristiana di una pubblicità partorita dal Dipartimento
per le Pari opportunità e dal Ministero del Lavoro, per la lotta all’omofobia:
«Una pubblicità nella quale si vedono le foto di tre sconosciuti, accompagnate
dalla seguente didascalia: “alto”, sotto il primo personaggio; “lesbica” sotto
la seconda; “rosso” sotto al terzo, che ha effettivamente i capelli rossi.
Segue slogan perentorio: “E non c’è niente da dire”. Segue spiegazione per i
più duri di comprendonio: “Sì alle differenze. No all’omofobia”»; così la
spiegava Palmaro nel citato articolo.
Tale pubblicità, come chiunque può constatare, ha lo scopo principale di affermare non tanto il necessario rispetto per le persone omosessuali – che è doveroso come lo è per qualsiasi persona -, quanto l’assoluta normalità dell’omosessualità, paragonata al colore dei capelli o all’altezza. In pratica l’omosessualità viene parificata all’eterosessualità, una cosa vale l’altra; e come ci si tinge i capelli si può decidere di passare da un orientamento sessuale all’altro. Questa è l’ideologia omosessualista, o anche ideologia del gender, quella che Benedetto XVI prima di Natale definiva la più grave sfida che la Chiesa ha oggi di fronte, perché nega il dato della Creazione, quel “maschio e femmina lo creò”. “La profonda erroneità di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente è evidente – diceva il Papa -. L’uomo contesta di avere una natura precostituita dalla sua corporeità, che caratterizza l’essere umano. Nega la propria natura e decide che essa non gli è data come fatto precostituito, ma che è lui stesso a crearsela”. E poi concludeva: “Dove la libertà del fare diventa libertà di farsi da sé, si giunge necessariamente a negare il Creatore stesso e con ciò, infine, anche l’uomo quale creatura di Dio, quale immagine di Dio viene avvilito nell’essenza del suo essere. Nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso. E si rende evidente che là dove Dio viene negato, si dissolve anche la dignità dell’uomo”.
La profonda erroneità di questa teoria è evidente, dice il Papa, ma non per Famiglia Cristiana che non trova nulla di strano invece nel pubblicare questo messaggio.
Tale pubblicità, come chiunque può constatare, ha lo scopo principale di affermare non tanto il necessario rispetto per le persone omosessuali – che è doveroso come lo è per qualsiasi persona -, quanto l’assoluta normalità dell’omosessualità, paragonata al colore dei capelli o all’altezza. In pratica l’omosessualità viene parificata all’eterosessualità, una cosa vale l’altra; e come ci si tinge i capelli si può decidere di passare da un orientamento sessuale all’altro. Questa è l’ideologia omosessualista, o anche ideologia del gender, quella che Benedetto XVI prima di Natale definiva la più grave sfida che la Chiesa ha oggi di fronte, perché nega il dato della Creazione, quel “maschio e femmina lo creò”. “La profonda erroneità di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente è evidente – diceva il Papa -. L’uomo contesta di avere una natura precostituita dalla sua corporeità, che caratterizza l’essere umano. Nega la propria natura e decide che essa non gli è data come fatto precostituito, ma che è lui stesso a crearsela”. E poi concludeva: “Dove la libertà del fare diventa libertà di farsi da sé, si giunge necessariamente a negare il Creatore stesso e con ciò, infine, anche l’uomo quale creatura di Dio, quale immagine di Dio viene avvilito nell’essenza del suo essere. Nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso. E si rende evidente che là dove Dio viene negato, si dissolve anche la dignità dell’uomo”.
La profonda erroneità di questa teoria è evidente, dice il Papa, ma non per Famiglia Cristiana che non trova nulla di strano invece nel pubblicare questo messaggio.
di Riccardo Cascioli
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