La Messa
nella chiesetta su Monte Mario con padre Timothy, il figliol prodigo
Monica
Mondo da ilsussidiarionet
lunedì 11 marzo
2013
E’ bello che i
cardinali da oggi riuniti in conclave siano stati invitati a celebrare la
Messa, domenica, nelle loro parrocchie “romane”, un bagno di umiltà, una
passeggiata nella realtà, fuori dal chiacchiericcio, dall’assedio dei
giornalisti, dalle preoccupate considerazioni sul presente e futuro della Chiesa.
Com’è noto, uno dei “titoli” cardinalizi è quello di coadiutori del vescovo di
Roma, come parroci delle sue tante chiese, appunto. Così, anche chi arriva da
paesi lontani ha il suo piccolo gregge nella capitale, una casa a misura
d’uomo, e pazienza se è un importante papabile. Sono capitata, arrampicandomi
su Monte Mario, a Nostra Signora di Guadalupe. Una chiesetta pitturata di
fresco, in un quartiere popolare e semplice, ma vivo, brulicante di negozietti
e dove la gente si ferma volentieri a chiacchierare, prima e dopo la Messa,
come in un paese. I bar, la pasticceria, il giornalaio… e quella chiesa
dedicata a una Madonna tanto distante, patrona delle Americhe, così diversa da
quella del Divino Amore o di Santa Maria Maggiore, cui i romani sono devoti.
Ieri era festa grande, anche se non c’erano festoni e sfarzo. Arrivava il
cardinale di New York, capitale del mondo, uno dei nomi ricorrenti nelle
previsioni dei vaticanisti più esperti. Un omone imponente e rubizzo, solare
pur in una giornata di primavera stentata, con la sua veste rosa brillante, a
ricordarci che è la domenica in “laetare”, quella della gioia, anche, proprio
perché è Quaresima. Il Vangelo è la parabola del figliol prodigo, che torna a
casa, e Dolan, ma meglio suonerebbe padre Timothy, in questa occasione, dice di
sentirsi così anche lui, un figliol prodigo che ritorna nella sua parrocchia,
perché fin da piccolo lui voleva essere questo, un parroco. Saint Patrick è
un’altra cosa? Lui fa sentire quella chiesetta nel suburbio capitolino una
cattedrale, esalta le virtù del coro, ringrazia tutti dell’accoglienza, sembra
uno di famiglia. Non so se il cardinal Dolan sarà il prossimo Papa. So che la
Chiesa ha bisogno di berrette così, di physique du role così, e non per la
mole, ma per la saldezza, per la prorompente umanità e simpatia che percorre
l’assemblea, e sa strapparle conforto e speranza. ........ (...)
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