La nostra misura è il Figlio di Dio
Dall'Omelia del CARD. JOSEPH RATZINGER
18 aprile 2005
18 aprile 2005
La Cattedra di San Pietro |
Oggi, la celebrazione
della Missa Pro Eligendo Romano Pontifice fa da preludio all'inizio del
Conclave che dovrà scegliere il successore di Benedetto XVI. Per l'occasione -
e per la sua attualità - riprendiamo il passaggio centrale dell'omelia
pronunciata in analoga circostanza dall'allora cardinale Joseph Ratzinger,
subito prima del Conclave che lo elesse Papa, otto anni fa.
(...) Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.
(...) Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.
Noi, invece, abbiamo
un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo.
“Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta
e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É
quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per
discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo
maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede
- solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre
a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come
fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella
carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo,
coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche
nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe
cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13,
1).
18 Aprile 2005, Missa Pro Eligendo
Romano Pontifice
Nessun commento:
Posta un commento