Alla base dei gravi fatti di Bibbiano
c’è ideologia anti-famiglia
Secondo
il vescovo di Reggio Emilia, mons. Massimo Camisasca, i fatti al centro
dell’inchiesta sugli affidi famigliari illeciti nella provincia emiliana sono
gravi e hanno una radice ideologica ma non vanno strumentalizzati politicamente
L’iniziativa giudiziaria, che ha portato i carabinieri
ad eseguire misure cautelari nei confronti di diciotto persone, riferisce di
‘lavaggi del cervello’ ai bambini per raccontare abusi che non ci sono mai
stati, relazioni dei servizi sociali falsate e minorenni sottratti
illegittimamente alle famiglie naturali e affidati ad altre, per un business di
migliaia di euro. Coinvolti, in diversi modi, politici, medici, assistenti
sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di
Torino. Per una riflessione sull’inchiesta e sulle reazioni che sta suscitando,
Radio Vaticana Italia ha sentito mons. Massimo Camisasca, vescovo
di Reggio-Emilia.
Camisasca: Attraverso i giornali ho la percezione di un
problema serio, che ha al suo cuore i bambini. E quando si tratta di bambini,
si tratta evidentemente della realtà più significativa, più preziosa ed
importante, oserei dire quasi divina, che abbiamo nella nostra realtà sociali e
a cui deve essere prestata una attenzione somma. E mi sembra che in taluni
casi, per quello che posso capire dai giornali, questa attenzione somma non
solo non ci sia stata, ma ci sia stata
anche e addirittura una prevaricazione ideologica. E cioè i bambini sono stati usati per e in nome di un progetto
ideologico. Naturalmente tutto questo è da dimostrare, la magistratura ha
tutto il mio apprezzamento per il lavoro che sta facendo e che immagino sarà
ancora lungo. Purtroppo, tutto quello che
filtra ci induce a pensare che qualcosa di grave sia avvenuto, e questo più che
dividerci in posizioni e fazioni politiche, deve invece unirci nell’attenzione
verso i bambini.
Nonostante l’inchiesta
sia ancora in corso, le accuse hanno provocato un moto di indignazione popolare
piuttosto vasto: è comprensibile secondo lei?
R. – Sì, è molto comprensibile, perché, laddove si toccano i bambini, come ho detto
prima, si tocca il bene più prezioso che abbiamo. E quindi la gente è
preoccupata, perché non ha punti di riferimento, non sa dove attingere per
capire cosa è successo e cosa sta dietro a ciò che è successo. Naturalmente la
gente non deve essere strumentalizzata, e questa paura non deve diventare una
ragione per sobillare anche una rivolta politica. Piuttosto, invece, io vedo che tutti dobbiamo farci carico di questa
situazione grave, una situazione provocata dalle ideologie anti-familistiche
che sono il retroterra di tutto ciò che è avvenuto. Sappiamo tutti che la
realtà delle famiglie è una realtà fragile ma si è voluto ulteriormente
infragilirla, creando le famiglie accanto
alla famiglia, e quindi togliendo alla famiglia il sostegno che essa deve
avere come realtà umana, e quindi come realtà che può essere percorsa da
un’infinità di fragilità ed errori. Esistono delle famiglie ‘bacate’, ma anche
– grazie a Dio – un numero enorme di famiglie preziose, in cui i bambini
vengono alla luce – perché c’è anche un gravissimo problema demografico –, e
poi sono accolti, anche se sono affetti dalla sindrome di Down o se si trovano
in difficoltà, e poi vengono educati e rappresentano una benedizione. In queste
famiglie la crescita dei figli è segnata da problemi, difficoltà e delusioni
però è una crescita in avanti. Tutto questo, laddove viene messo in
discussione, naturalmente, indebolisce il rapporto genitori-figli.
L’inchiesta di
Bibbiano riguarda i servizi sociali e le associazioni che tutelano i minori
dagli abusi: che impatto potrebbe avere su questo settore?
R. – Innanzitutto penso che sia
fondamentale riconoscere che in Italia ci sono migliaia e migliaia di realtà
associate che si occupano di bambini in affido e in accoglienza, quindi c’è
tutta una realtà molto positiva, sia di origine cattolica sia di origine laica
che va sostenuta, va difesa e non va demonizzata. Non possiamo confondere le
cose. Nello stesso tempo c’è bisogno di guardare bene dentro alla realtà delle
associazioni di psicologi e di assistenti sociali perché svolgano in modo
saggio il loro lavoro.
C’è il rischio di
strumentalizzazione politica di questa vicenda anche a detrimento della tutela
delle famiglie e dei minori stessi?
R. – Nel nostro Paese si strumentalizza tutto, tutto diventa una ragione per
sostenere o abbattere un governo, per accusare o per difendere il tale e
talaltro partito, il tale e talaltro personaggio… Dobbiamo assolutamente
prescindere, uscire da questa logica. Dobbiamo
piuttosto preoccuparci dei trend culturali e dei trend ideologici, che
naturalmente attraversano anche i partiti, ma che determinano direttamente
questa visione sbagliata della famiglia, dei rapporti fra genitori e figli e
della necessità di “punire” la famiglia quando invece anderebbe sostenuta,
aiutata e appoggiata.
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