Se dico parole vuote, se faccio atti vuoti, comunico
chi sono: il vuoto.
Se comunico parole-sasso faccio morti e feriti, se
firmo con la mia firma di sindaco registri che tali non sono, che non cambiano
la realtà se non quella delle prime pagine della mia personale rassegna stampa,
dico chi sono.
Marino, se comunica vuoto avrà una scheda vuota.
Dice una coppia di donne omosessuali: "Siamo
venute con i nostri figli. È una giornata importantissima, un gesto politico
importantissimo, di civiltà e di rispetto per le nostre famiglie. Un
riconoscimento pubblico".
No, non è così. È una "giornata
importantissima"? Perché con il tuo nome hai firmato un documento-spot
pubblicitario, che cambia solo le pagine dei giornali? È una giornata
importantissima? Sì, ma per il sindaco Marino. È un "gesto politico
importantissimo"? No. È solo pubblicità. "Politica" è rispetto
dei cittadini, della civitas, delle norme che proteggono gli uni e regolano
l'altra. Questo atto di Marino non è la sottoscrizione di un atto politico, ma
l'autografo ad un foglio che ha fatto da pubblicità a lui, alla sua persona,
alla sua figura politica.
Il che è molto diverso dal rispetto dovuto alle persone
e ai bambini che sono andati in Campidoglio. Molto diverso. Gli atti politici,
i riconoscimenti pubblici, non si fanno con la pelle delle persone, sulla pelle
delle storie familiari e personali delle persone. Gli atti politici si fanno
nelle sedi politiche con firme che esprimono responsabilità personale e
autorità della carica. Nulla di questo presente l'altro giorno in Campidoglio
tra poesie di Neruda e lucciconi.
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