IL CALZINO FICCATO IN GOLA
di
Mario Adinolfi per la
Croce
Qualcuno
ce lo spiegherà il perché. Ce lo spiegherà magari Roberto Saviano, l’istigatore
di tutta la violenza subita in una domenica pomeriggio da mamme e papà molti
con i loro bambini, da ragazze e ragazzi, da sacerdoti e persone anziane che
avevano deciso di vegliare per la libertà d’espressione di tutti per un’ora
zitti in piedi leggendo un libro. Ce lo spiegherà Roberto, che ha scritto che
le Sentinelle in Piedi sono fautrici di una “violenza culturale”, se è contento
di aver sentito nei megafoni in cento piazze d’Italia che avrebbero “ficcato un
calzino in gola” a chi in realtà manifestava senza dire neanche una parola.
Ce
lo spiegherà Saviano perché a Rovereto
hanno picchiato donne e sacerdoti, hanno spaccato la faccia a un ragazzo. La
veglia era fissata per le ore 16. Verso le 15.30 gli organizzatori arrivano in
piazza con il banner delle Sentinelle, il materiale da distribuire ai passanti
e il megafono. Le forze dell’ordine sono completamente assenti. Non vi sono
volanti di polizia o carabinieri che garantiscano la sicurezza e l’incolumità
dei manifestanti, pur avendo loro regolare autorizzazione della Questura (nella
quale vi è una specifica disposizione che prevede il dispiegamento di mezzi a
difesa di chi manifesta).
Tutto
procede tranquillamente fino alle ore 15.45 circa, quando un commando di decine
di anarchici fa irruzione in piazza Loreto da un vicolo secondario, tutti
vestiti di nero, a volto scoperto e assai incattiviti. Ingiuriano gli
organizzatori, dicendo espressamente loro di andarsene via. Li apostrofano con
epiteti quali “omofobi” e “fascisti”, poi iniziano a lanciare uova sugli
stessi, sul referente di Rovereto e su un sacerdote che viene colpito a una
tempia. Era presente anche la referente di Trento, la quale è stata accerchiata
da tre anarchici che l’hanno strattonata, colpita con un calcio e minacciata.
Il gruppo di facinorosi ha poi commesso un furto, appropriandosi dello zaino di
questa ragazza contenente altro materiale necessario per la manifestazione. Il
referente di Rovereto, una ragazza e gli altri organizzatori si rifugiano in un
bar prospiciente la piazza mentre il titolare dello stesso si prodiga (con
successo) per bloccare l’entrata agli aggressori. Una sentinella intervenuta
per difendere la ragazza riceve una testata sul setto nasale e finisce in
ospedale con la faccia spaccata. Il referente di Rovereto viene a sua volta
strattonato e colpito alla spalla. Il blitz termina e gli anarchici abbandonano
con calma la piazza, uscendo dal vicolo da dove erano entrati. Il sacerdote
colpito alla tempia viene portato via dal 118. La polizia arriverà mezz’ora
dopo i fatti
A Milano l’intelligenza di Raffaella
Frullone ha fatto sì che si strappassero i megafoni ai
disturbatori del calzino in bocca. A Bologna invece i vigliacchi si sono
presentati in quattrocento contro cinquanta padri e madri di famiglia,
mobilitando la violenza dei centri sociali e lo scontro fisico è finito a
manganellate con teste spaccate e sangue. Contro le Sentinelle sono state
lanciate bottiglie di vetro e una è passata a due centimetri dalla testa di una
bambina di sei anni. La scena sarebbe piaciuta a Saviano. E avrebbe
apprezzato anche il fotogramma successivo in cui una mamma che spingeva una
carrozzina con un bambino di un anno è stata ricoperta di insulti e sputi.
Quasi sembrava più accettabile la “contromanifestazione” di Napoli: “solo”
lancio di uova sui manifestanti, bestemmie urlate al megafono, solita fantasia
di insulti e gay tutti a baciarsi davanti ai bimbi dopo aver lanciato anche
addosso a loro preservativi pieni (si spera) d’acqua. Il tutto con il coro
incessante che declinava l’aulico verso “la gente come voi non scopa mai”.
Almeno non è successo come a Pisa, dove se la sono presa con una mamma che
aveva portato alla veglia i suoi cinque figli. Hanno circondato il minore, 11
anni, che leggeva tranquillamente accanto ad uno dei suoi fratelli, e lo hanno
assalito: “Che razza di genitori hai che ti portano in questo posto? fanno
schifo i tuoi!”, “per cosa manifesti?”, “che ne sai tu dell’amore?”, finché non
è scoppiato in lacrime. A questo punto hanno esclamato: “Bene che pianga”.
Caro
Roberto, cari articolisti di Repubblica e del Corriere, dei tanti giornali
locali che hanno dato tutti addosso alle Sentinelle, nel più classico scambio
tra vittime e carnefici, fermatevi e ragionate. Le Sentinelle in Piedi perché
provocano in voi tanta agitazione? Perché attraggono tutto questo odio così
visceralmente e violentemente espresso? Se dicessero che “l’asino vola” le
ignorereste. Evidentemente non dicono castronerie, evidentemente sentite
minacciato il vostro castello di carte costruito sul nulla, evidentemente la
modalità così pacifica di esprimere con il silenzio e la lettura una forma di
resistenza ve la sentite addosso urticante come è urticante spesso la verità.
E
allora vai con il calzino ficcato in gola. E persino dopo che bambini, mamme,
anziani sono stati insultati, violati, scioccati, nei casi che ho raccontato
anche malmenati, non avete una parola di condanna per tutta questa violenza
completamente insensata che migliaia di persone libere e silenziose ieri hanno
subito.
A quelle persone resta il plauso, sono state figura cristologica, hanno
perdonato loro perché non sapevano quello che facevano. Con questo hanno vinto,
silenziosamente hanno gridato il loro anelito d’amore e libertà, unica ricetta
salvifica contro il caos doloroso impersonato dai violenti che hanno provato
invano a farli tacere.
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