La Compagnia di Gesù.
Testimonianza del
Papa a “La Civiltà Cattolica” (3918 (19 settembre 2013)
Gli chiedo quindi come pensa che la
Compagnia di Gesù possa servire la Chiesa oggi, quale sia la sua peculiarità,
ma anche gli eventuali rischi che corre.
«La
Compagnia è un’istituzione in tensione, sempre radicalmente in tensione. Il
gesuita è un decentrato. La Compagnia è in se stessa decentrata: il suo centro
è Cristo e la sua Chiesa. Dunque: se la Compagnia tiene Cristo e la Chiesa
al centro, ha due punti fondamentali di riferimento del suo equilibrio per
vivere in periferia. Se invece guarda troppo a se stessa, mette sé al centro
come struttura ben solida, molto ben “armata”, allora corre il pericolo di
sentirsi sicura e sufficiente.
La Compagnia deve avere sempre davanti a sé il
Deus semper maior, la ricerca della gloria di Dio sempre maggiore, la Chiesa
Vera Sposa di Cristo nostro Signore, Cristo Re che ci conquista e al quale
offriamo tutta la nostra persona e tutta la nostra fatica, anche se siamo vasi
di argilla, inadeguati.
Questa tensione
ci porta continuamente fuori da noi stessi. (...) . «Ma è difficile parlare della Compagnia — prosegue
Papa Francesco —. Quando si esplicita troppo, si corre il rischio di equivocare. La Compagnia si può dire solamente in
forma narrativa. Solamente nella narrazione si può fare discernimento, non
nella esplicazione filosofica o teologica, nelle quali invece si può discutere.
Lo stile della Compagnia non è quello della discussione, ma quello del
discernimento, che ovviamente suppone la discussione nel processo. L’aura
mistica non definisce mai i suoi bordi, non completa il pensiero.
Il gesuita deve essere una persona dal
pensiero incompleto, dal pensiero aperto. Ci sono state epoche nella
Compagnia nelle quali si è vissuto un pensiero chiuso, rigido, più
istruttivo-ascetico che mistico: questa deformazione ha generato l’Epitome
Instituti». Qui il Papa si sta riferendo a una specie di riassunto pratico in
uso nella Compagnia e riformulato nel XX secolo, che venne visto come un
sostitutivo delle Costituzioni. La formazione dei gesuiti sulla Compagnia per
un certo tempo fu plasmata da questo testo, a tal punto che qualcuno non lesse
mai le Costituzioni, che invece sono il testo fondativo. Per il Papa, durante
questo periodo nella Compagnia le regole hanno rischiato di sopraffare lo
spirito, e ha vinto la tentazione di esplicitare e dichiarare troppo il
carisma.
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