La responsabilità incivile di Bruti Liberati
Il procuratore capo di Milano, Bruti Liberati, ospite
di Maria Latella su Sky, ha definito «vergognose» le critiche rivolte alla sua
collega Ilda Boccassini dopo la definitiva assoluzione in Cassazione «per non
aver commesso il fatto» di Silvio Berlusconi sul caso Ruby.
A mio avviso, «vergognoso» è che un procuratore si
presenti in tv per attaccare la libertà di informazione e di critica e a fare
la star su processi che hanno riguardato il suo ufficio. «Vergognoso» è il tentativo di intimidirci.
Per Bruti Liberati la Boccassini è «un eccellente
magistrato antimafia» e le motivazioni dell'assoluzione «dimostrano la
fondatezza dell'indagine». Sul primo punto non mi esprimo, anche se mi resta il
dubbio che se le indagini sulla mafia vengono fatte con la stessa serietà di
quelle su Ruby si capisce perché a Milano le cosche sono vive e vegete.
Sul secondo punto,
Bruti Liberati ci prende per cretini. Come si fa a definire «fondata» una
inchiesta in cui l'accusa (cioè la Boccassini) chiede una condanna a sette anni
di carcere per un reato che due sentenze stabiliscono in via definitiva «che
non sussiste»? Non è che le prove erano deboli o che ci stava qualche dubbio,
proprio non c'è stato il reato. E se la Boccassini
fosse quel magistrato eccellente e in buona fede di cui parla Bruti, avrebbe
dovuto accorgersene lei in corso d'opera, fermarsi in tempo e chiedere
l'archiviazione.
Invece niente, la signora è andata avanti a testa
bassa, forzando oltre il decente e il consentito la legge. E la patetica uscita
di ieri di Bruti Liberati dimostra solo
quanto siano pericolosi per la libertà individuale e per la democrazia certi
magistrati: arroganti, presuntosi, incapaci di perdere e di chiedere scusa per
le sofferenze e i danni inutilmente provocati a persone innocenti.
E nel caso di cui stiamo parlando a una comunità
politica e a un governo, cioè a un intero Paese. Che cosa vorrebbero in procura
a Milano? Una medaglia, un encomio solenne? Io continuo a propendere per la
radiazione, come avverrebbe in qualsiasi altro ambito a fronte di un errore
così grave. Che non è il primo dell'era Bruti Liberati e, stando così le cose,
temo che non sarà neppure l'ultimo.
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