di Andrea Zambrano23-03-201
da lanuovabussola
L'ideologia gender prosegue la sua marcia
inarrestabile nella formazione di una nuova antropologia. E lo fa con i soldi
pubblici e con il cavallo di Troia dello spauracchio delle malattie
sessualmente trasmissibili. La paura di contrarre l'Aids è il concetto cardine
attraverso il quale le scuole statali iniziano ad anticipare gender theory, omofobia, aborto e preservativo già
dalle scuole medie, abbassando l'asticella dell'informazione sessuale dalle
Superiori alle Medie. Peccato che anche in questo caso i genitori siano
completamente impotenti. Anche perché a proporre una rivoluzione antropologica
a suon di omofobia sono addirittura le Asl, che grazie all'autorevolezza
scientifica di cui godono possono essere utilizzate dalle lobby gay per
introdurre tra i banchi l'ideologia relativista secondo cui l'amore non è altro
che un coacervo di sentimenti ed emozioni che vanno assecondati a seconda delle
sensazioni.
È il caso
dell'opuscolo “Viva l'amore”, un libretto che la
Regione Emilia Romagna ha promosso all'interno del XV Programma per la prevenzione e la lotta all'Aids. E poco importa se
nelle oltre 150 pagine del libretto in uso ai docenti e rivolto ai ragazzi, di
Aids si parli in poche sole pagine. Tutto deve servire a portare acqua al
mulino della gender strategy. Come?
Presentando i
cambiamenti adolescenziali come assolutamente neutri. E sottoponendo i giovani alle sperimentazioni. Il tutto mentre Papa
Francesco ribadisce che «con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non
sono cavie da laboratorio, gli orrori delle dittature li abbiamo visti nelle
grandi dittature genocide del '900 e costringono i ragazzi a camminare sulla
strada dittatoriale del pensiero unico».
Qui non ci sono
esperimenti scientifici a fare da corollario a idee genocide, ma teorie che la
Scienza non ha mai fatto sue sulla natura dell'uomo che a seconda del contesto
può sentirsi maschio o femmina. La sperimentazione parte dalla rossa Emilia,
che gode di un blocco ideologico forte che va dalla politica, attraverso la
Regione, la quale sceglie i vertici e quindi le indicazioni sanitarie alle
scuole complici e distratte.
Attualmente le Asl
coinvolte nel progetto e che hanno adottato l'opuscolo sono tre: Forlì, Reggio Emilia e Bologna. Presto si aggiungerà Modena. Ma durante il
corrente anno scolastico 2014-2015 a “godere” dell'educazione sessuale di “Viva
l'amore” sono circa 800 studenti delle Medie. E a Reggio è stato sperimentato
alla Media Leonardo da Vinci mentre lo scorso anno è stata la volta della Media
Fermi, che però non ha rinnovato il progetto non essendo rimasta soddisfatta.
Qualche genitore ha protestato perché la sessualità viene presentata come un
qualcosa di cui approfittare. L’iniziativa era stata presentata come gratuita a
differenza delle altre proposte. Per forza, è stata finanziata coi soldi della
Regione. Ed è anche per questo che il vescovo di Reggio Emilia Massimo
Camisasca ha benedetto la nascita in diocesi del primo Osservatorio sul gender a scuola, gestito dal Forumfamiglie e dall'Age
per monitorare e denunciare il pericolo di indottrinamento delle masse
giovanili.
Alcuni genitori hanno
informato la Nuova BQ. I loro nomi non sono
pubblicabili perché identificherebbero i figli minori, costringendo i ragazzi
ad essere nel mirino di ritorsioni e vendette. Quindi ci facciamo carico noi di
questa protesta, denunciando un sistema che, se la sperimentazione dovesse
avere buoni frutti (chissà con quali criteri verrà effettuata la valutazione?),
potrebbe diffondersi già dal prossimo anno a macchia d'olio. Con un ulteriore
dispendio di soldi pubblici, cioè nostri.
L'opuscolo è stato
tradotto da un'equipe di professionisti delle Asl dall'originale edito nei Paesi BassiSoa Aids Nederland e
Rutgers Wpf ed è promosso dalla Regione Emilia
Romagna dove tra i banchi della Maggioranza siedono anche parecchi cattolici in
quota Pd.
La sessualità?
«Esprime l'aspetto fondamentale dell'essere umano e comprende il sesso, le identità, l'orientamento sessuale e i ruoli di
genere. Viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, scelte,
convinzioni, atteggiamenti, valori, pratiche e relazioni». Che cosa manca? Il protagonista
del titolo, cioè l'amore. Che evidentemente non è funzionale.
La masturbazione? «È
uno dei modi per conoscere il proprio corpo e provare piacere». Completamente assenti le ricadute psicologiche in termini di autostima per
i ragazzi mentre la mano che illustra il capitolo fa capire che l'obiettivo è
quello di presentare una sessualità sganciata dalla relazione, un ripiegamento
fine a se stesso, per il piacere. Come la Nutella, che però non crea problemi
di autostima.
E se rimani incinta?
Nessun problema, c'è l'aborto, si legge a pagina 131 dove è evidente che la vera malattia da cui ci si deve difendere non è
l'Hiv, ma la gravidanza.
Molto, moltissimo
spazio è dedicato ai contraccettivi. Si scopre che il
vantaggio della pillola è la sua comodità, mentre l'unico svantaggio è che
«potresti dimenticarti di prenderla tutti i giorni», ovviamente tralasciando le
conseguenze sul corpo della donna per l'uso prolungato della pillola. Poi ci
sono l'anello e il cerotto, che ha come vantaggio il fatto che ci devi pensare
solo una volta alla settimana, ma ahimè ha come controindicazione il fatto che
sia antiestetico dato che «può essere visibile».
Tralasciamo le pagine
in cui si spiega come si infila un preservativo. Giova solo ricordare che il saggio educatore prevede che esso però possa
rompersi. E allora che si fa? «In questo caso si può ricorrere alla pillola del
giorno dopo, cioè ad un contraccettivo d'emergenza».
Inutile aggiungere che
la gran parte delle pagine è rivolta all'orientamento sessuale. Che cosa c'entra con la lotta all'Aids promessa nell'incipit? Non si sa,
però è chiaro che il libello sa bene che cosa vuole far capire ai bambini, i
quali a quell'età di solito fanno a gara per avere la figurina di Tevez doppia
per poterla scambiare con dieci giocatori del Genoa. «Spesso ci vuole un po' di
tempo per capire se si è attratti dai ragazzi o dalle ragazze o da entrambi».
Già, giusto il tempo che serve perché qualcuno si presenti in classe con “Viva
l'amore”. E ancora: «Si calcola che la popolazione non eterosessuale nel mondo
sia compresa tra il 5 e il 10%. Non in tutti i Paesi si può esprimere o vivere
apertamente l'omosessualità». Primo messaggio politico al futuro elettore.
Quand'ecco che zac! «In Italia non è possibile né il matrimonio né l'adozione
per le coppie omosessuali». Secondo messaggio occulto. Il bambino capirà, non
appena avrà staccato dalla cameretta il poster di Cr7.
Emerge un essere umano
in balia di sé, succube delle emozioni e in preda ai
pensieri estemporanei sganciati dal dato biologico. Un uomo in formazione al
quale viene detto che l'amore non è altro che un «provare un sentimento forte
per una persona e desiderare di stare sempre con lei», ben sapendo che il modo
più trendy per farlo è la bisessualità presentata come variante assolutamente
neutrale.
La vita che nasce da
una gravidanza? Un problema da evitare. E se qualcosa va
storto? Ma quali genitori! Cercate un operatore esperto di cui fidarsi. L'amore
come incontro nella diversità tra uomo e donna che sprigiona un potenziale generativo? Vintagerie del passato. Adesso ci sono gli
stereotipi di genere, spiegati magistralmente a pagina 27: «Rappresentazioni di
come dovrebbero essere i maschi e le femmine. Cosa non può fare una donna? Cosa
non può fare un uomo? Cosa fa meglio una donna e cosa fa meglio un uomo?».
Tutto questo adesso va abbattuto. Perché non è vero che le ragazze sono più
brave a scuola, ma non capiscono la matematica. Però è vero, e dimostrateci il
contrario se ci riuscite, che in sala parto l'uomo è sempre quell'essere
inutile, che il più delle volte mette agitazione e ansia. Salvo poi piangere
come un pulcino appena la vita si presenta visibile all'appuntamento.
Benvenuti nella nuova
era della rieducazione forzata garantita dal
protocollo sanitario e pagata coi nostri soldi.
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