Umberto Eco è ora al cospetto di Dio, al cospetto
dell’Essere, non di quel nulla che lui ha costantemente insegnato. Se la
vedranno loro due.
Tuttavia tutta la retorica sparsa nei media, fa tornare alla
mente uno straordinario volantino degli universitari di CL di Bologna, dopo una
lectio magistralis di Eco del 1994 all’inaugurazione dell’anno accademico: “Il
Giullare dell’Apocalisse, ovveo quando il falso diventa scienza” .
Ecco uno
stralcio:
"I nostri
più fervidi ringraziamenti per la dovizia di particolari, la splendida coreografia
allestita da Umberto Eco: in un’ora scarsa è riuscito a leggere un’intera
bibliografia senza annoiare l’uditorio. A
sentirlo, la storia s'è mossa solo perché qualcuno voleva giocare e, a seconda
dei secoli, ha operato finte donazioni, finte sette segrete, finti regni
d'oltre confini, finte cosmologie, finte alchimie; e tutto questo 'finto' ha
creato qualcosa, Sacro Romano Impero, scoperte geografiche e astronomiche,
chimica, ecc. Che sia falso anche Eco? ci siamo chiesti... A sentirlo, dunque,
tutto è accaduto per hobby. Allora, se tutto è un giro di giostra, perché e per
chi esiste l'Università?... Perché perdere cinque-sei anni dentro questo box di
giochi falsi?... Per la forza che in sé ha il falso?"
Leggendolo Don
Giussani si entusiasmò (nelle pagg. 244-248 di “In cammino”, Bur, Luigi
Giussani, Rizzoli, 2014) e aggiunse:” Chi parte col giudizio che la realtà è un
falso, e falso lui, perché la realtà non si presenta all’uomo come falso: si
presenta come “è”, si presenta come positività…. Da dove i nostri amici di
Bologna trovano l’appoggio per dire che far famiglia, fare figli, lavorae,
costruire è positività? Nella realtà! E dove emerge la realtà? Nell’esperienza.
Chi non parte così parte da un preconcetto che gli può anche far fare i
miliardi, ma è un preconcetto…. Non si può dire che la realtà è falsa se non
con un’immagine che tu, dal tuo cuore infelice, crei e che obietti ad una
realtà in cui c’è il sole, ci sono le stelle, il padre, la madre e soprattutto questo
desiderio inesauribile di felicità, di bellezza di amore, in cui la stoffa del
nostro respiro, il nostro respiro di uomini, consiste. La risposta dei nostri
amici di Bologna è vera, perché parte dalla loro esperienza, perché essi
accostano la realtà come emerge dalla loro esperienza.”
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