LEONARDO LUGARESI |
A quanto pare, secondo
i medici e i giudici inglesi il best interest di Alfie Evans, 21
mesi, è lo stesso di Charlie Gard: morire.
Confesso, come mia
colpa, di aver seguito il suo caso con minore attenzione di quella che ho avuto
per Charlie Gard, ma credo di aver capito che anche qui il nocciolo della
questione sia il divieto imposto ai genitori di percorrere, a loro spese, altri
percorsi diagnostici e terapeutici rispetto a quelli eseguiti nell'ospedale
dove il bambino è detenuto. La mobilitazione delle coscienze, tuttavia, mi
sembra notevolmente inferiore a quella che ci fu per Charlie Gard.
Alle notizie, facciamo
presto ad abituarci: ci vogliono delle ragioni, profonde e spesso difficili da trovare, perché la coscienza possa
resistere. Resistere a lungo, perché non sappiamo quanto durerà la traversata
del deserto. Certo ben più dei quarant'anni degli ebrei in uscita dall'Egitto.
E siamo solo agli inizi.
Domani, nella giornata di digiuno e preghiera per la
pace, che il Papa molto opportunamente ha indetto, mettiamoci anche questo.
Nessun commento:
Posta un commento