(Stefano Fontana, La nuova Chiesa di Karl Rahner – Il teologo che ha
insegnato ad arrendersi al mondo, 2017, pp. 36-37)
«Se si
aiutano le famiglie in difficoltà si è lodati, se si lotta contro le leggi
anti-famiglia si è vituperati come dei violenti che vogliono le prove
muscolari.
Basterebbero
poche persone per bloccare l’educazione gender nelle scuole pubbliche, agendo
per esempio sugli errori procedurali degli uffici pubblici, ma farlo è
considerato una prova muscolare che non si confà al cattolico.
Egli
dovrebbe dedicarsi solo a raccogliere caritatevolmente i cocci di una società
disfatta, ma senza impegnarsi a costruirla meglio. Se lo facesse sarebbe come
trasformare il Vangelo in ideologia.
La verità è invece il contrario:
eliminato l’ordine della società da costruire secondo il diritto naturale, i
cattolici si fanno strumentalizzare da tutti sul piano del funzionamento delle
istituzioni e delle leggi e si illudono che basti fare poi i buoni samaritani
per eliminare il rimorso.
Questo è un nuovo clericalismo.
Infatti,
facendoci strumentalizzare dagli altri contribuiamo, sotto il diretto indirizzo
della gerarchia, alla costruzione (anche se distorta) della società, e
intervenendo, sempre dietro indirizzo diretto della gerarchia, per sanare le
ferite con le sole opere di carità senza una verità naturale, ossia laica, che
ci guidi, pensiamo che politicamente il Vangelo sia un “copia e incolla”.
“Basta il Vangelo”, hanno sempre detto i
cattolici rahneriani, legittimando in questo modo la loro presenza politica in
partiti distruttivi non solo del cristianesimo ma anche del diritto naturale.
Erano i
cultori della mediazione, ma hanno eliminato ogni mediazione, che fino ad
allora la ragione naturale aveva fornito. Benedetto XVI a Berlino aveva detto
che mai il cristianesimo ha preteso di rapportarsi direttamente alla politica,
ma era sempre passato attraverso il diritto naturale. Tolto ora il diritto
naturale, il Vangelo si rapporta direttamente alla politica… degli altri però».
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