Cattolici uniti nei valori: l'opzione del centrodestra
PEPPINO ZOLA
Caro direttore,
mi pare che continui, tra i cattolici, la tendenza a non parlare, tra di
loro, di “politica”, in quanto sarebbe un argomento “divisivo”. Penso che ci sia un grave
errore “teologico” alla radice di questo atteggiamento, consistente nel
fatto che l’unità tra i cristiani sarebbe basata sulla identità di opinioni e
non sulla comune appartenenza a Cristo iniziata con il battesimo. Uniti in
Cristo, rimane intatta la nostra unità e la nostra amicizia, anche se possiamo
avere delle opinioni diverse su fatti contingenti, come, di fatto, è la
politica, soprattutto nelle fasi elettorali.
Massimo Gandolfini |
Il fenomeno, in Italia, è forse aggravato dal fatto
che per quarant’anni i cattolici, in politica, sembravano uniti, perché quasi
tutti, alla fine votavano DC. Così, ora i cattolici, molto spesso, si
accontentano di fare riferimento a criteri generali (“bene
comune”, “solidarietà e sussidiarietà”, “libertà”, etc), senza avere
il coraggio di confrontarsi veramente su chi applica tali criteri e chi
no. Quindi, fatto il riferimento generico alla dottrina sociale della Chiesa
(quando viene fatto), poi su tutto il resto si tace. La cosa non è bella, anche
perché essa segnala, più che la presenza di opinioni diverse, l’assenza di una
vera e solida comunione.
Vedo, con piacere, che la situazione, forse, si sta
muovendo e constato che non tutti i cattolici si comportano così. Faccio due esempi.
Uno è costituito da quanto scritto da Massimo Gandolfini su La Verità del 23 gennaio. In quella occasione, il Presidente del “Comitato
difendiamo i nostri figli” (forse più noto come “Family Day”), dopo aver
chiarito perentoriamente che “nessun partito è il partito del family day”
e dopo aver ricordato che, alla presenza del popolo del Circo Massimo, aveva promesso “pubblicamente di
indicare uomini e partiti che possano rappresentarci” (anche se nessun
partito “ci rappresenta completamente”), ha scritto quanto
segue: “Certamente però,
considerati i loro programmi e la loro concreta storia politica anche recente,
ci sono partiti che non possono rappresentarci (al netto di radicali
conversioni dell’ultima ora…): Partito Democratico, Liberi e Uguali, Movimento
5 Stelle, Più Europa”.
Gandolfini, giustamente, trae le conseguenze circa il voto dai
comportamenti concreti messi in atto da certi partiti negli ultimi anni e mi
pare che, così facendo, egli metta in atto una rigorosa azione di
discernimento, come ci è stato richiesto. Non in odio a nessuno, ma sulla base
di concreti dati di fatto, perché il suo personale impegno “non è
sostenuto da altro interesse che non sia quello di servire il bene e la verità,
le nostre famiglie e i nostri figli e nipoti, la buona civiltà del nostro
bellissimo Paese”.
Un secondo esempio ci è dato da un documento
comune sottoscritto da Carlo Costelli per l’MCL e da Giancarlo Cesana per l’associazione culturale Esserci, a seguito
di un incontro avvenuto a Roma il 20 gennaio. In tale documento si prende atto
dei “provvedimenti nefasti” assunti dal Governo in tema di riforma
costituzionale, di unioni civili e di biotestamento.
Dopodiché , in positivo si legge quanto segue: “Da anni, ormai,
l’unità dei cattolici in politica non esiste più e non servono rimpianti o
operazioni nostalgiche. Esiste e deve esistere, invece, una unità di intenti e
di criteri: anzitutto, assicurare la priorità della società sullo Stato
(sussidiarietà) e promuovere e difendere i capisaldi del bene comune: la difesa
della vita; la promozione della famiglia e del lavoro, la libertà di
educazione; la solidarietà sociale verso ogni soggetto più debole e
svantaggiato”. A questo punto il documento si chiede chi può meglio essere
favorevole ai punti prima elencati. Il centrosinistra appare troppo statalista
ed ancora di più Liberi e Uguali. Il M5S è sostanzialmente distruttivo e
allineato al centro sinistra sui temi antropologici. L’area di centodestra
mantiene, malgrato tutto, una certa “attenzione di fondo alla
sussidiarietà ed una non-ostilità alle questioni fondamentali riguardanti vita
e famiglia”.
Concludendo, il documento, coraggiosamente, così si esprime, riferendosi al
centrodestra: “quest’ultimo schieramento non è certo la scelta perfetta e
sicuramente emergono molte criticità nel suo programma, ma è realisticamente
l’opzione migliore rispetto al nichilismo del M5S e all’ideologismo del PD e
della sinistra”
Caro direttore, ho voluto segnalarti questi due
documenti, perché credo che il mondo cattolico debba uscire, nella misura in cui
esiste, da un giudizio astratto e lontano dalla realtà, e debba assumere
il coraggio di esprimere giudizi storici precisi, secondo il metodo
della “incarnazione”, mettendo in moto un grande lavoro di verifica,
confrontandosi con il “pensiero di Cristo” che vive nel tempo nella Sua
comunità. Ci vuole molto coraggio e disinteresse, perché, così facendo, si
rischia di diventare più impopolari: ma Dio ci aiuterà.
Tratto
da la nuova bussola
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