IL NUOVO LIBRO DI REMI BRAGUE", L'ANALISI DI GIULIO MEOTTI.
Giulio Meotti da ilfoglio 30-1 18
Rémi Brague è
fastidioso. Molto fastidioso. Perché non si lascia ingannare dalle “tre
religioni del libro”. Lavora per
smantellare molti pregiudizi e malintesi sul rapporto tra ragione e fede,
chiesa e stato, violenza e testi sacri. E’ prezioso, quindi. Molto
prezioso. Il celebre medievista della Sorbona di Parigi se ne esce con un nuovo
libro, “Sur la religion”, per le edizioni Flammarion. E’ prezioso, Brague,
quando ci dice che “l’islam, che non
riconosce la Bibbia come autentica, non ha lo stesso Dio dell’ebraismo e del
cristianesimo, perché non racconta le stesse storie su di Lui”. E’ prezioso
quando distingue tra ebraismo, dove “la chiesa ha assorbito il popolo”, e
cristianesimo, che è iniziato con tre secoli di conflitto con le autorità
dell’impero romano.
E’ prezioso quando
dice che “le istituzioni libere non si
sono sviluppate in aree che non sono state influenzate da idee ebraiche o
cristiane”.
E’ prezioso quando
indica la verità intollerabile per le nostre società: “Si dice che le religioni siano violente per non distinguere l’islam”.
Oggi si dice: tutto deve essere regolato da un rigoroso e radicale secolarismo.
E si aggiunge: dobbiamo liberarci di tutte le religioni.
Ma Brague è prezioso
soprattutto quando manda al macero la
balla del Dio unico su sui sono stati costruiti cinquant’anni di vicolo cieco
dell’ecumenismo irenista. E Brague lo fa rinnovando l’importanza del discorso ratzingeriano a Ratisbona che tanto
scandalo generò nel mondo islamico e nell’occidente post-cristiano. “Nonostante
i molti equivoci, voluti o no, che la citazione del principe bizantino ha
suscitato, la spiegazione sull’islam rimane piena di senso e valore. L’islam è davvero una reazione al
cristianesimo, che crede di superare e desidera sostituire”.
Brague rivendica le “radici bibliche dell’idea occidentale di
libertà”. E racconta la diversa origine della violenza nei monoteismi. Nei
Salmi ebraici come nel Vangelo di Matteo, la violenza è oggetto di “al -
legorizzazione”, cioè di sublimazione.
Il peggiore dei mali oggi è “il rifiuto
di chiamare con il loro nome le cose, la negazione della realtà… La bugia è
ovunque nel nostro tempo”. E la cosa migliore è che “ci siano ancora persone che hanno il coraggio di
dire la verità, nel senso della virtù greca della ‘parresia’, il diritto dovere
di dire la verità, cioè affermare senza tremare ciò che si ha sul proprio
cuore”.
In
occidente c’è il rischio di una totale esautorazione della dimensione religiosa:
“Può darsi che un processo di secolarizzazione sia iniziato e progredisca a
passi da gigante, almeno in Europa”. Lo stesso laicismo è oggi connotato da una
dimensione religiosa. “L’ateismo può
creare qualcosa di simile a un misticismo. Questo è il caso delle ideologie
dei regimi totalitari di stampo nazional-socialista o leninista del Ventesimo
secolo. E’ una questione di
smascheramento, sotto l’ateismo razionalista che queste ideologie hanno
strombazzato c’è l’emergere di credenze
irrazionali”.
Una è l’ideologia verde. “Questi estremisti dell’ecologia per i
quali la cosa migliore che l’uomo potrebbe fare è sacrificarsi in modo che la
terra possa sbocciare” dice Brague. “Questa è una tesi abbastanza diffusa. Ho
persino trovato un testo in cui il giovane Flaubert sogna una natura liberata dall’uomo”.
E’ religioso il cuore
dello stesso umanitarismo, “il cui sentimentalismo
oggi ha una tendenza a sostituire il dogmatismo delle religioni tradizionali
dell’occidente, ebreo e cristiano”.
Il transumanesimo pure
va forte: “Il sogno di Auguste Comte della religione dell’umanità è ancora vivo
un secolo e mezzo dopo. L’auto-idolatria
ha davanti a sé un futuro brillante. Soprattutto ora che possiamo passare a una
realizzazione pratica con il sogno di un uomo migliorato, anche immortale, che
farebbe della riproduzione sessuale una cosa non necessaria.
Freud disse che il cretino che avrebbe
preteso di abolire la differenza tra i sessi avrebbe vinto il jackpot: aveva
ragione!”
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