PARTE L’OFFENSIVA PER CACCIARE
AL QAEDA DA GHOUTA EST (E CON ESSA QUELLA MEDIATICA DI SEGNO OPPOSTO)
LA COMUNITA’
INTERNAZIONALE E’ LA PRINCIPALE RESPONSABILE DELLA CONTINUAZIONE DELLA GUERRA, E
L’ITALIA AIUTA CHI DISTRUGGE!
L’esercito arabo siriano (SAA) ha lanciato una vasta campagna militare per liberare dai terroristi i sobborghi di
Damasco chiamati ‘Ghouta Est’. L’offensiva è iniziata il 18 febbraio con un
fitto lancio di artiglierie che hanno colpito i sobborghi della zona di prima
linea delle forze jihadiste, precisamente nelle zone di Harast, Arbin, Zamalka,
Jobar e Ayn Tarma.
L’operazione non poteva più essere rimandata. Le milizie armate
presenti in questa enclave compiono continui assalti contro le forze militari
siriane provocando centinaia di morti. Inoltre, anche sui quartieri
residenziali civili piovono razzi e bombe da mortaio provocando uno stillicidio
di vittime civili.
Il tentativo di rendere la zona di Est Ghouta zona di de-conflict secondo
gli accordi di Astana è fallito per il rifiuto dei cosiddetti ribelli ‘moderati’ di discostarsi dalla formazione
qaedista di Tharir al Sham con cui hanno formato un sodalizio.
Attualmente, tutte le formazioni presenti in Est Ghouta hanno formato una
unica ‘sala di regia’ che risponde di tutte le operazioni militari. Essa si
chiama Failak Ar-Rahman.
In Est Ghouta il “Free Syrian Army”
è il principale alleato del “Al-Qaeda” (HTS). Quindi nell’enclave le milizie
più moderate si sono rifiutate di espellere il gruppo jihadista: questa scelta
le ha portate fuori dal regime di cessate il fuoco.
La liberazione di Ghouta Est sarà molto difficile: i terroristi presenti a
Ghouta hanno una potente linea fortificata di difesa con strutture in
calcestruzzo, trincee larghe, lunghe gallerie sotterranee, e così via. Senza
dubbio queste difese interferiranno in modo molto rilevante con il rapido avanzamento
delle truppe governative nella zona, nonostante la loro notevole esperienza nel
superare questi ostacoli. Attualmente le unità d’elite siriane
“Tigri” si sono schierate nella parte occidentale di Est Ghouta, mentre la
quarta divisione meccanizzata e la Guardia Repubblicana dell’ SAA si sono
concentrate ad est.
Intanto è già partita la campagna
mediatica tesa a demonizzare le forze governative e santificare al Qaeda.
Già RAI News 24 alle 19.00
stasera ha affermato che l’area di Ghouta è ‘assediata’ dalle forze
governative, mentre è noto che se questo ‘assedio’ fosse tolto, le forze
jihadiste dilagherebbero ovunque, mettendo la capitale a ferro e fuoco. Per
fare un’analogia, è come se al Qaeda prendesse armi in pugno il quartiere
di Centocelle a Roma e i telegiornali nazionali dicessero che è l’intervento
dell’esercito italiano a porre Centocelle sotto assedio e non i jihadisti.
La campagna mediatica nei prossimi giorni si intensificherà con incongruenze di questo tipo, mano a mano che l’offensiva prenderà piede. Le notizie che sentiremo prossimamente, solleciteranno la nostra emotività cercando di filtrare e riportare una realtà a senso unico ‘addomesticata’ secondo la retorica degli aggressori esterni.
La campagna mediatica nei prossimi giorni si intensificherà con incongruenze di questo tipo, mano a mano che l’offensiva prenderà piede. Le notizie che sentiremo prossimamente, solleciteranno la nostra emotività cercando di filtrare e riportare una realtà a senso unico ‘addomesticata’ secondo la retorica degli aggressori esterni.
Resta inteso, di perdite civili ce ne
sono e ce ne saranno ancora. Questa
circostanza è aggravata dal fatto che i terroristi utilizzano i civili alla
stregua di scudi umani, non permettendo loro di lasciare l’area dei
combattimenti. Per questo il compito dell’esercito siriano non sarà
facile: gli islamisti Failak Ar-Rahman ‘e’ Jaish al-Islam “nella regione sono
ben armati. Anche le perdite di vite umane tra i combattenti, si prevede
saranno alte da entrambe le parti.
Queste circostanze vanno riferite ma allo stesso modo va riferito il motivo di questa iniziativa militare.
Quello che si sente è invece la conta dei morti, peraltro i riflettori vengono
accesi solo quando le offensive le fanno i governativi e non i miliziani.
Queste abitudini andrebbero cambiate. Inoltre, i media per fornire una
informazione corretta non si dovrebbero esimere di sottolineare che la Comunità Internazionale è la principale
responsabile del prolungamento della guerra, e questo a motivo del supporto che
ha fornito e continua a fornire ai terroristi con colpevole complicità.
Inoltre, occorre ricordare che allo stesso modo di come si apprestano oggi
a fare, i media avevano usato lo stesso gergo in occasione della
liberazione di Aleppo evitando però accuratamente di pubblicizzare le vittime
occorse nell’offensiva di Raqqa o Mosul (vedi qui) , quando ad attaccare erano le forze
supportate dalla coalizione e le perdite civili e la distruzione maggiori.
In base alle esperienze pregresse, è plausibile che nei prossimi giorni
vedremo che la Comunità Internazionale ed alcuni paesi appartenenti al
Consiglio di Sicurezza dell’Onu chiederanno l’interruzione dell’offensiva
governativa. Inoltre, per favorire che questo avvenga le milizie jihadiste
potrebbero organizzare attentati a Damasco o altrove, ed anche incidenti con
falsa bandiera.
Quando è accaduto oggi non lascia ben sperare. I tiri di razzi e di mortaio
su Damasco da parte dei jihadisti saranno intensificati: durante il giorno di
oggi il Centro russo per la riconciliazione ha registrato sette bombardamenti
sulle aree residenziali governative. I miliziani le hanno colpite con 19 colpi
di mortaio. I quartieri colpiti sono Dhahiyat Al-Assad, Bab Tum e Bab Al-Salam,
negli attacchi sono morte diverse persone.
Colpita anche la scuola francescana nel momento di uscita da scuola dei
bambini. Il rapporto prosegue dicendo che “formazioni armate illegali
continuano a bombardare le aree residenziali di Damasco”.
Farhak Khak, il vice rappresentante ufficiale del segretario generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato ai giornalisti che 30 persone sono state uccise durante i bombardamenti nella zona detenuta dai terroristi a Duma.
Farhak Khak, il vice rappresentante ufficiale del segretario generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato ai giornalisti che 30 persone sono state uccise durante i bombardamenti nella zona detenuta dai terroristi a Duma.
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