mercoledì 13 gennaio 2021

ANTEPORRE DIO, NON PRESUPPORLO

Due papi, due agende.

Per Benedetto la priorità è Dio,

per Francesco l’uomo

 

Ciò che colpisce, nel magistero e negli atti maggiori di quest’ultima fase del pontificato di Francesco, è la messa in ombra di quella “priorità” che per il suo predecessore Benedetto XVI "sta al di sopra di tutte", oggi più che mai, in un tempo “in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento".

La priorità cioè – come Benedetto aveva scritto in una sua lettera ai vescovi del 10 marzo 2009 – "di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l'accesso a Dio. Non a un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell'amore spinto sino alla fine, in Gesù Cristo crocifisso e risorto".

C’è stato il Natale. Ma del Dio che è nato a Betlemme c’è solo una labile traccia nell’ultima enciclica di Francesco “Fratelli tutti”, al punto che un filosofo di valore come Salvatore Natoli vi ha scorto piuttosto l’immagine di un Gesù che è “null’altro che un uomo”, la cui nobile missione è stata semplicemente di mostrare agli uomini che “nel loro reciproco donarsi hanno la possibilità di divenire ‘dèi’ al modo di Spinoza: ‘homo homini deus’”.

Impressionante è anche il totale silenzio su Dio nel videomessaggio con cui Francesco ha lanciato – e ora sta mettendo in opera d’intesa con le Nazioni Unite – il “Global Compact on Education”, un ambizioso piano da lui offerto a “tutte le personalità pubbliche” che si impegnano a livello mondiale nel campo della scuola, a qualsiasi religione appartengano.

Nel piano, le parole d’ordine sono tutte e solo secolari. La formula dominante è “nuovo umanesimo”, con il suo corredo di “casa comune”, “solidarietà universale”, “fraternità”, “convergenza”, “accoglienza”… Né più né meno che per la rete mondiale di “Scholas Occurrentes”, scuole per l'incontro, creata da Jorge Mario Bergoglio in Argentina e poi da lui promossa, da papa, a fondazione di diritto pontificio con sede nella Città del Vaticano. (…)

E Dio? Ai critici di papa Bergoglio si può sempre obiettare – come è stato scritto – che “tutta la dottrina tradizionale trinitaria e cristologica” è in lui “presupposta”, e “non deve necessariamente ripeterla testualmente e integralmente”.

Ma non era certo questa l’opzione di Benedetto XVI. Che anche da papa emerito, in quei suoi “Appunti” (“La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali”)offerti al papa regnante alla vigilia del summit sugli abusi sessuali del febbraio 2019, è tornato ad affermare con forza che bisogna “anteporre Dio, non presupporlo”.

Effettivamente, in quegli “Appunti”, Joseph Ratzinger ha indicato ancora una volta nell’oblio di Dio la causa ultima della crisi attuale della Chiesa, nella sfera del sesso ma non solo.

A riproporre e a commentare questo testo capitale dell’ultimo Ratzinger – compresa una sua risposta scritta alle obiezioni della teologa tedesca Birgit Aschmann – è uscito recentemente un libro a più voci, curato da Livio Melina, già preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II su matrimonio e famiglia, e da Tracey Rowland, la teologa australiana insignita quest’anno del premio “Joseph Ratzinger”:

> AA.VV., “Chiesa sotto accusa. Un commento agli ‘Appunti’ di Benedetto XVI”, Edizioni Cantagalli, Siena, 2020.

Nella risposta alla Aschmann, Benedetto nota che nelle quattro pagine dell’articolo non compare la parola Dio, che era al centro delle sue preoccupazioni. Benedetto aveva scritto: ”Un mondo senza Dio non può essere altro che un mondo senza senso”. “La società occidentale è una società nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire. E per questo è una società nella quale si perde sempre più il criterio e la misura dell’umano.” Conclude Benedetto che” il fatto che la Aschmann trascuri il passaggio centrale della mia argomentazione (come la maggior parte delle reazioni di cui sono venuto a conoscenza), mi mostra la gravità di una situazione in cui la parola Dio in teologia sembra spesso emarginata”.

Nel link seguente si possono leggere alcune parti dell’intervento del Card. Camillo Ruini

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/12/21/due-papi-due-agende-per-benedetto-la-priorita-e-dio-per-francesco-l%e2%80%99uomo/

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