Dopo «oscurità e incertezza» si affaccia una «luce di speranza»: il vaccino. Papa Francesco si rivolge al mondo per ricordare che la nuova strada si può fare solo insieme, fratelli e sorelle, e senza barriere
Questo articolo è pubblicato sul numero 2-3 di Vanity Fair in edicola fino al 19 gennaio 2021
In
questo momento storico, segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri
economici e sociali, aggravati dalla pandemia del coronavirus, abbiamo più che
mai bisogno di fraternità. Non una fraternità fatta di belle parole, di
ideali astratti, di vaghi sentimenti… No. Una fraternità basata sull’amore
reale, capace di incontrare l’altro diverso da me, di con-patire le sue
sofferenze, di avvicinarsi e prendersene cura anche se non è della mia
famiglia, della mia etnia, della mia religione; è diverso da me ma è mio
fratello, è mia sorella.
E
questo vale anche nei rapporti tra i popoli e le nazioni: fratelli tutti!
Oggi,
in questo tempo di oscurità e incertezze per la pandemia, appaiono diverse luci di speranza, come le scoperte dei
vaccini. Ma perché queste luci possano illuminare e portare speranza al
mondo intero, devono stare a disposizione di tutti. Non possiamo lasciare che i
nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che
siamo. Non possiamo neanche lasciare che il virus dell’individualismo radicale
vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle.
Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e
dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell’amore e della salute
dell’umanità. Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli
organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e
di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più
vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più
vulnerabili e bisognosi!
Di
fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere.
Siamo tutti sulla stessa barca. Ogni persona è mio fratello. In ciascuno vedo
riflesso il volto di Dio e in quanti soffrono scorgo il Signore che chiede il
mio aiuto. Lo vedo nel malato, nel povero, nel disoccupato, nell’emarginato,
nel migrante e nel rifugiato: tutti fratelli e sorelle!
— JORGE MARIO BERGOGLIO
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