In difesa di Peter Pan, Dumbo e i classici Disney accusati di razzismo
Confesso, scrive Giulia Belardinelli su “Huffington Post”, gli Aristogatti
è uno dei primi cartoni che ho fatto vedere ai miei figli. La parte in cui Scat
Cat e la sua band si scatenano cantando “Tutti quanti voglion fare il jazz” ci
ha regalato momenti di ilarità assoluta. Mai avrei pensato che in quelle scene
così divertenti e poetiche potesse annidarsi il germe del razzismo. Eppure così
è, stando al parere di un panel di esperti che ha raccomandato alla Disney
di bloccare il cartone sulla piattaforma di streaming nella
sezione dedicata ai bambini sotto i 7 anni. L’accusa – in comune con altri classici come Dumbo e Peter Pan – è di
veicolare “stereotipi dannosi” e di non essere “rappresentativo di un pubblico
globale”.
Nel caso degli
Aristogatti, il torto da sanare è verso le popolazioni asiatiche, che
potrebbero sentirsi offese per il modo in cui è stato rappresentato Shun Gon,
uno dei gatti musicisti che animano la festa parigina alla presenza di Romeo,
Duchessa e i micini. Shun Gon è un gatto siamese che suona il piano e le
percussioni come nessun altro, ma è ‘politicamente scorretto’: innanzitutto
suona con le bacchette, e poi è ‘troppo’ cinese: gli occhi a mandorla, i denti
sporgenti, quelle L al posto delle R (“folza lagazzi, facciamo clollale le
paleti!” - e come ci riescono!)”.
Dopo aver
elencato altri cartoni contestati perché razzisti, la Belardinelli conclude:
“ Nel caso dei tre cartoni di cui sopra, si parla di pietre miliari
dell’animazione risalenti al 1941 (Dumbo), al 1953 (Peter Pan) e al 1970 (gli
Aristogatti). Averli guardati senza troppi pensieri fa di noi inconsapevoli
razzisti?
Per fortuna, consapevolezza e leggerezza possono ancora andare insieme,
così come storia e poesia. La “cancel culture” sta facendo già abbastanza danni
senza bisogno di applicarla ai cartoni. Per i nostri figli giocare con bambini
cinesi, indiani o africani deve essere normale almeno quanto ballare con Giglio
Tigrato e Shun Gon. Siamo noi adulti che avremo bisogno di toglierci qualche
pregiudizio dagli occhi, come ricordava
il grande Gaber:
“Non
insegnate ai bambini
Non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
Potrebbe far male
Forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza [...]
Non insegnate ai bambini
Ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
Stategli sempre vicini
Date fiducia all’amore il resto è niente.
Giro giro tondo cambia il mondo [...]”
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