IL RAZZISMO ETICO E' PIU' SUBDOLO DEL RAZZISMO ETNICO
dal blog di Marcello Veneziani Twitter censura Trump
“Vaccinarsi è un dovere etico” ha tuonato Papa Bergoglio. Il piano pandemico del ministero della sanità, in bozza, decreta: “i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio”.
Traduci: con l’etica scegliamo chi salvare
e chi no. L’etica prelude all’eugenetica. Ma il presidente del comitato di
bioetica Lorenzo D’Avack condanna questa cernita. All’etica si
appella sia chi dice di vaccinare prima i vecchi, sia chi dice di vaccinare
prima i giovani. È ancora l’etica il
freno d’emergenza che colpisce come una mannaia e una censura il mondo
politically uncorrect, da Trump al filosofo Alain
Fienkelkraut, fino ai sovranisti di casa nostra. Le leggi speciali, le
commissioni di vigilanza, i tutori e i censori social che si abbattono come una
scure su chi la pensa in modo difforme, si appellano all’etica. L’etica,
l’unico Assoluto in vigore. Rischiamo la
dittatura globale dell’etica; i suoi depositari non hanno alcuna
legittimazione dall’alto o dal basso, religiosa o popolare, sono solo oligarchi
Tramonta la religione, sparisce la
morale, fu sepolta l’ideologia, si modifica la natura e scompare il diritto
naturale, si cancellano memorie storiche, tradizioni, principi e valori. Nel mondo globale, dominato dalla tecnologia
e dall’economia, di tutta quella moria c’è solo un erede universale: l’etica,
appunto. Se perfino un papa non si appella a valori religiosi e morali ma
etici, se perfino la sanità non si appella a criteri medici ma etici, se la
politica non affronta gli avversari sul terreno del confronto politico ma li
squalifica sul terreno etico, e se perfino i colossi privati del web usano
l’etica come alibi per censurare e favorire chi vogliono, vuol dire davvero che l’etica è diventata la nuova sovrana e
giustiziera del pianeta. L’etica applicata agli algoritmi è devastante e
dispotica.
Ma guai a parlare di Stato etico, quello no, è fascismo: ma l’etica che
interviene dappertutto, che decide, discrimina, punisce, censura che cos’è se
non la sua applicazione urbi et orbi?
Il richiamo costante alla bioetica,
all’etica degli affari, all’etica delle professioni, ai codici etici, segna il
dominio di questo principio indeterminato; chi la decide, chi prescrive e
proscrive ciò che va fatto, detto e pensato? Non una tradizione né
un’esperienza storica consolidata, non una religione e un Dio né un dovere
patriottico; ma a stabilirla e a decidere, è
una casta, un’oligarchia che decide ciò che è etico e ciò che non lo è.
Sono i tutori dello Spirito del Tempo, i virtuosi custodi
dell’eticamente corretto; sono loro a stabilire il perimetro e poi a decidere
chi è dentro e chi è fuori. Per questo anni fa parlai di un nuovo razzismo che
sorveglia la società e la controlla come una cupola, dividendola in due razze
diverse, una dannata e l’altra dominante: è
il razzismo etico, più subdolo e invasivo del razzismo etnico. Anche la
giustizia è in mano ai pasdaran dell’etica: sentenze, divieti, condanne e
assoluzioni sono decise dai talebani dell’etica, processando parole e
intenzioni prima che delitti e reati. L’etica fornisce ai suoi utenti
pregiudizi indiscutibili.
Eppure l’etica che avevamo conosciuto
negli studi classici, l’etica da Aristotele a Spinoza,
a Hegel, era una dimensione culturale, civile, educativa
fondamentale. Ma assunta a regina solitaria dal mondo, dopo aver fatto fuori
religione e morale, tradizione e diritto naturale, storia e idee, somministrata
e decisa da un nucleo inespugnabile e autoproclamato di custodi, diventa
inquietante. E può generare una spirale di intolleranze destinata a sfociare
nella violenza, nella rivolta e nella prova di forza. Se non si può discutere e
dissentire, subentra la prova muscolare… Una deriva pericolosa.
Ci può portare ovunque, anche alla
liquidazione dell’umanità, perfino all’avvento del transumanesimo, a un sistema
di controllo totalitario, di sorveglianza etica invasiva… È curioso che imprese
private come i giganti del web escano dalla neutralità di mezzi di
comunicazione e nel nome dell’etica decidano selezioni, esclusioni e censure
etiche, al di sopra degli stati e delle leggi.
Come si è visto con Twitter, Facebook, Google, YouTube, Parler,
ecc. Un inquietante scenario che si aggrava se si aggiungono forme sempre più
penetranti di controllo e schedatura degli utenti (ora esplode il caso WhatsApp
e l’esodo verso Signal e Telegram).
L’etica è l’alibi di questo controllo globale, e a differenza della
politica, è al riparo dal consenso e dal dissenso, impermeabile al voto; è
perentoria, assoluta benché arbitraria.
Può essere etico il
diritto alla vita come il diritto opposto a sottrarsi alla vita, con
l’eutanasia, o il suicidio assistito, nel nome della dignità della vita.
Può essere etico
lasciare che le donne decidano la loro maternità o che si tuteli in primis la
vita del nascituro.
Può essere etico tutelare prima i più fragili, gli anziani, e può essere etico al contrario dare priorità ai più giovani.
L’etica non è una pianta che nasce nella testa di qualcuno, medico, magistrato, ceo, politico o intellettuale, ma rimanda a un terreno precedente, e controverso, fatto di valori, esperienze, religioni, culture, popoli, tradizioni. Temperato dall’esercizio democratico del voto.
L’etica non può ergersi a giudice assoluto della vita e
della sorte, dei rapporti sociali e delle scelte pubbliche e politiche, ma deve
far parte di un politeismo di principi, riferimenti e priorità. L’etica non può
esistere senza passione di verità e ricerca della verità. Fermate l’etica che
vuol farsi sovrana.
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