La generazione perduta
Per fortuna che gli anziani hanno la precedenza nella
vaccinazione anti Covid. Immaginate se a gestire questa crisi fossero state le
giovani leve della politicaAlessandro Sallusti
Per fortuna che gli anziani hanno la precedenza nella vaccinazione anti
Covid. Immaginate se a gestire questa crisi fossero state le giovani leve della
politica, invece che delle vecchie glorie.
Invece ancora una volta il pallino è nelle loro mani, certamente più sicure
di quelle dei Toninelli e dei Di Maio. In queste ore, a dare le carte a vario
titolo e a diversi livelli sono Sergio Mattarella, che di anni ne fa 79,
Clemente Mastella (73), Bruno Tabacci (74), i «giovani» Bersani, solo 69, e
Dario Franceschini (62), Beppe Grillo (73), e sull'altro fronte Silvio
Berlusconi (84) e Gianni Letta (85). Quando i «ragazzi», due anni fa Matteo
Salvini e oggi Matteo Renzi, combinano casini, tocca a loro provare a rimettere
insieme i cocci.
Questo per dire che la politica è un lavoro serio che richiede maturità ed
esperienza. Altro che rottamazione della vecchia guardia. Non importa se la
soluzione è quella che uno si aspetterebbe. Intendo che la soluzione o la
trovano loro o non la si trova. Hai voglia a dire: «Ci risiamo con Mastella».
Bello sarebbe se esistesse un Mastella trenta o quarant'enne. Non c'è, e forse
non può neppure esserci. Ci sono campi in cui essere giovani è un plus - Mark
Zuckeberg, fondatore di Facebook, ha solo 36 anni, ed Elon Musk, capo di Tesla,
è l'uomo più ricco del mondo a 46 anni - ma altri in cui la mancanza di capelli
bianchi è un minus. La gestione della cosa pubblica è una di questi.
A me fanno un
po' tenerezza, a volte ridere, questi parlamentari ragazzetti dei Cinque stelle
ma non solo - la maggior parte dei quali ex disoccupati nel mondo reale - che
appaiono in tv a spiegarci come gira il mondo. Al massimo potrebbero lustrare
le scarpe a Mastella, portare la borsa a Tabacci o fare gli uscieri
nell'ufficio di Bersani. Eppure se la tirano da statisti, dimenticando che due
volte su due in soli due anni non sono riusciti a tenere in piedi un governo e
strada facendo hanno perso i due terzi del consenso.
Adesso sono lì che pendono dalle labbra di chi avrebbero voluto rottamare
sperando solo di salvare posto e stipendio garantito. Stiamo assistendo al fallimento
di una generazione che aveva illuso gli italiani di poter cambiare il Paese in
meglio. Una generazione che non si è dimostrata all'altezza della fortuna
incrociata. Non era difficile prevederlo, ma ne prendiamo atto senza alcun
compiacimento.
ALESSANDRO SALLUSTI
Il Giornale 16/1/2021
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