mercoledì 28 gennaio 2015

IL VESCOVO E GLI SCOUT

LETTERA DEL VESCOVO DI CESENA DOUGLAS REGATTIERI
AGLI ASSISTENTI SPIRITUALI DEGLI SCOUT DI CESENA


Carissimi Confratelli presbiteri e diaconi, è la prima volta che scrivo a voi come Assistenti spirituali nell’Associazione Guide e Scouts cattolici italiani (AGESCI). Lo faccio al termine di una vicenda che, dopo l’evento di san Rossore (6-10 agosto 2014) con la pubblicazione da parte dei 400 alfieri della Carta del Coraggio,ci ha tutti coinvolti e ha suscitato un acceso dibattito in Diocesi evidenziando posizioni diverse e spesso contrapposte. Desidero, in questa sede, dire la mia parola definitiva sulla vicenda e, tramite voi, rivolgerla ai nostri Capi. Ho ritenuto opportuno scegliere di rivolgermi a voi, perché in quanto presbiteri e diaconi condividete con me e, in qualche misura, anche insieme ai Capi dell’Associazione, la passione per il Signore, per il Vangelo e per la Chiesa e desiderate trasmettere ai tanti bambini, ragazzi e giovani dell’Associazione, con la parola, con i gesti e con la vostra presenza, la bellezza della fede e al tempo stesso essere guide sicure per il loro cammino spirituale. (…)

La Carta del Coraggio contiene alcune dichiarazioni ed esprime alcuni desideri e auspici che non possiamo accettare.
Non possiamo accettare, per esempio che la famiglia sia intesa come “qualunque nucleo di rapporti basati sull’amore e sul rispetto”; che a proposito di “omosessualità, divorzio, convivenza” la Chiesa accolga e non solo tolleri “qualsiasi scelta di vita guidata dall’amore”.
 Quando nella Carta si invita la Chiesa “a prendere una posizione chiara” circa questi temi, oppure quando si chiede ai Vescovi di “avere fiducia nella coscienza delle persone … specialmente in ambiti in cui adottano delle posizioni che si discostano dal sentire comune, quali la sessualità, il valore della vita e il ruolo delle donne nella Chiesa”, si dimostra una non conoscenza del Magistero di questi ultimi decenni.
Sono consapevole che tali dichiarazioni e desideri sono effettivamente quello che alcuni giovani Scouts sentono in cuore loro e si portano dentro. Ritengo, inoltre, che come loro, purtroppo, la pensino così anche altri giovani appartenenti ad altre Associazioni cattoliche. In questo senso il documento è una ‘fotografia’ dei nostri giovani.
Riconosciamo, per amore del vero, che non tutto il mondo giovanile la pensa così; ciò nonostante abbiamo il dovere di vigliare, di correggere, di indirizzare e di richiamare: fa parte del nostro dovere di pastori e di assistenti ecclesiastici.

E’ evidente che i punti critici della Carta sollecitano un rinnovato impegno da parte nostra nell’educare alla vita buona del vangelo, alla fede, alla vita cristiana nel suo insieme. Questo non significa accettare e approvare in toto quanto è scritto nella Carta. Piuttosto essa deve costituire uno stimolo, un’occasione e, per certi aspetti, anche uno strumento di lavoro. Quante volte, infatti, nei nostri incontri, a scuola, nella catechesi, nei dialoghi si parte da un fatto negativo, da un evento distorto, da un male per annunciare e proporre un bene, per indicare la strada giusta! (…)

DAL CORRIERE CESENATE

PER LA CARTA DEL CORAGGIO LEGGI QUI

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