giovedì 29 gennaio 2015

L'ALLEGRO MATTARELLA

Quale presidente?

Al via il voto per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica: girandola di nomi ma l'accordo non c'è ancora. Ma più che il nome, conta la sostanza: avremmo bisogno di un presidente di "discontinuità": da un eccessivo presenzialismo, dalla politica fatta dal Colle, dall'europeismo ideologico, dall'interventismo sui temi etici.

Le richieste più ricorrenti sono invece di un Presidente di continuità, un Presidente di alto profilo istituzionale, un Presidente non necessariamente maschio. Devo dire che nessuno dei tre “desiderata” entusiasma particolarmente, anzi sono criteri che preoccupano perché sottintendono ideologicamente un Presidente che assecondi l’attuale andazzo.

candidato cattolico
Cattolico? In questo momento dire “cattolico” è dire nulla, tante sono le versioni in campo di questo modello. Di cattolici alla Presidenza ne abbiamo già avuti anche nella seconda Repubblica con esiti a dir bene modesti, altri li abbiamo fortunatamente scampati, abbiamo già un “cattolico” al governo che però su certi temi garantisce non molto, di nomi di cattolici se ne fanno in questi giorni di previsioni ma Dio ce ne scampi. Viviamo in tempi in cui dire cattolico non indica più nessuna garanzia nemmeno per i cattolici.

Di alto valore istituzionale? Abbiamo bisogno di un Presidente che rispetti le istituzioni e ne sia garante, ma nella loro sostanza e non solo nella loro forma: quello che Napolitano non è stato:

contro berlusconi da sempre
Un Presidente di discontinuità. Ma discontinuità rispetto a cosa?
In primo luogo discontinuità dal PD in generale - l’Italia è più grande del Partito Democratico - e da Giorgio Napolitano in particolare.
Poi discontinuità da un eccessivo presenzialismo, dalla paterna tutela quirinalizia dei governi, dalla politica fatta dal Colle, dalla profluvie di valutazioni politiche non richieste, da un europeismo ideologicamente orientato in senso laicista e di sinistra, dall’appartenenza al circolo dei “migliori”, da una certa mentalità crociana transitata nel marxismo italiano, da un moralismo di tipo azionista privo tuttavia della coerenza di un Norberto Bobbio che aveva il coraggio di dire che la legge sull’aborto è inaccettabile, dalla non terzietà davanti alle grandi problematiche etiche della vita al suo inizio e alla sua fine, da una militanza culturale, anche se non proprio politica, proseguita anche dal Colle.

anche questa volta ti va male
Urge nel nostro Paese un nuovo patto costituzionale sostanziale. Quali sono i valori in cui ci riconosciamo e che ci uniscono? Quei valori che poi ci permettono anche di cambiare la Costituzione formale, come deve essere fatto, ma che se mancano o se si sono persi di vista rimaniamo un Paese smarrito.

L’Italia oggi è un Paese smarrito, che non sa più dire la sua, che si fa dettare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come deve educare i propri bambini, che non riesce a trovare mai nessuno che abbia qualche colpa nei dissesti e nei ritardi, che ha le sue più grandi aziende con sede a Londra, che non dà prova di sapere cosa sia il principio di sussidiarietà e quindi non sa riformare lo Stato, che distrugge la famiglia e la procreazione con leggi che sembrano pensate da un gruppo di anarchici dell’Ottocento.
Quale Italia vuole rappresentare il nuovo Presidente?

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