ERA
ORA.
Era ora che nel grigiore del pensiero unico politically correct si facesse coraggiosamente strada “un quotidiano contro i falsi miti di progresso”.
Era ora che nel grigiore del pensiero unico politically correct si facesse coraggiosamente strada “un quotidiano contro i falsi miti di progresso”.
La Croce.
Fra terra e cielo, in un abbraccio al mondo
intero.
http://www.lacrocequotidiano.it
DA IERI IN EDICOLA E SUL WEB GRATUITO IL QUOTIDIANO DIRETTO DA MARIO ADINOLFI
Non sono giorni facili per uscire con un
quotidiano. Cartaceo poi, quando troppi quotidiani cartacei chiudono. Con una
testata impegnativa, quando questo è tempo di irresponsabilità. Identitario
addirittura, quando questo è tempo di identità generiche al limite del
dissolto. Ma siamo convinti che se non definiamo con una qualche accortezza il
“chi siamo”, con molta difficoltà potremo mai porci in reale ascolto dell’altro.
I fatti di Parigi secondo noi dicono questo.
Saremo un giornale prolife, per dirla all’italiana a
difesa della cultura della vita, al fianco dei soggetti più deboli a cui
vogliamo garantire più diritti, partendo dai diritti dei bambini. Saremo contro
i falsi miti di progresso, contro l’avanzata di una visione antropologica che
trasforma le persone in cose, contro quella che papa Francesco chiama “la
cultura dello scarto”. Saremo al fianco della famiglia, delle mamme e dei papà
che con tanta fatica allevano i loro figli in questo tempo di crisi. Saremo
attenti a quelli che alcuni chiamano temi etici e noi preferiamo definire temi
essenziali perché attorno alla nascita, all’amore e alla morte ruota
l’esistenza di una persona. Non li chiamiamo temi etici perché non siamo
moralisti. Siamo un gruppo eterogeneo che oscilla tra la gente da trivio e i
quasi santi, ma nessuno di noi vuol fare la predica a nessuno. Non siamo atei,
quello no: siamo cristiani. E ci facciamo il segno della Croce e siamo ispirati
dalla Persona che su quella croce è appesa.
La Croce non è un’immagine
confessionale, tutt’altro: è un segno di liberazione della schiavitù. Ci
accusano di essere medievali, bigotti e retrogradi ma non ricordano che c’è
stato un tempo in cui le persone erano cose, si vendevano al mercato degli
schiavi, potevano morire per un pollice girato di un imperatore, se nascevano
con qualche malanno venivano gettate giù di una rupe. C’è stato un tempo: oltre
duemila anni fa. I retrogradi sono quelli che vogliono riportarci a quel tempo,
il tempo della schiavitù, da cui un Segno ci ha liberati. Ci ha liberati tutti,
credenti e non credenti. Quel Segno è ancora oggi scandaloso, duemila anni
dopo, nel pieno di una contemporaneità a tratti delirante che spaccia il falso
per vero. Noi non avremo paura di dare scandalo con il nostro quotidiano. Non
ci vergogneremo della Croce e di dirci cristiani, pur con i nostri infiniti
limiti.
Solo riconoscendo la nostra identità, chi siamo, e i
nostri limiti potremo aprirci a un mondo che sembra perdere il lume della
ragione ed è a caccia di una risposta di senso. A voi piace un mondo così? A
noi non piace. Quotidianamente proveremo a raccontarlo per vedere se qualcosa
si può con pazienza cambiare.
editoriale di Mario Adinolfi
14/01/2015
Nessun commento:
Posta un commento