Come li fermeranno? Con l’imbavagliamento? Con una retata di dissidenti? Con la deportazione in Siberia?).
Che bello trasformare la Chiesa in uno stadio dove fare il tifo per le squadre in campo!
APPELLO A SOSTEGNO DI PAPA FRANCESCO
L’arrivo del Papa
«venuto dalla fine del mondo» che assume il nome di Francesco presentandosi non
come Pontefice Massimo, ma come Vescovo di Roma, provoca reazioni scomposte
dentro la Curia vaticana che, falcidiata da scandali e corruzioni, considera il
Papa come corpo «estraneo» al suo sistema consolidato di alleanze col potere
mondano, alimentato da due strumenti perversi: il denaro e il sesso.
Dapprima il
chiacchiericcio sul «Papa strano» inizia in sordina, poi via via diventa sempre
più palese davanti alle aperture di papa Francesco in fatto di famiglia, di
«pastorale popolare» e di vicinanza con il Popolo di Dio per arrivare anche –
scandalo degli scandali – a parlare con i non credenti e gli atei.
Dopo lo sgomento di un
sinodo «libero di parlare», l’attacco frontale di cinque cardinali (Müller,
Burke, Brandmüller, Caffarra e De Paolis), tra cui il Prefetto della
Congregazione della Fede, ha rafforzato il fronte degli avversari che vedono in
Papa Francesco «un pericolo» che bisogna bloccare a tutti i costi.
Rompendo una prassi di
formalismo esteriore, durante gli auguri natalizi, lo stesso Papa elenca
quindici «malattie» della Curia, mettendo in pubblico la sua solitudine e
chiedendo coerenza e autenticità.
Come risposta
all’appello del Papa, il giorno dopo, il 24 dicembre 2014, Veglia di Natale,
scelto non a caso, il giornalista Vittorio Messori pubblica sul Corriere della Sera«una sorta di confessione che avrei
volentieri rimandata, se non mi fosse stata richiesta», dal titolo «I dubbi
sulla svolta di Papa Francesco», condito dall’occhiello: «Bergoglio è
imprevedibile per il cattolico medio. Suscita un interesse vasto, ma quanto
sincero?».
L’attacco è mirato e
frontale, «richiesto», una vera dichiarazione di guerra, felpata in stile
clericale, ma minacciosa nella sostanza di un avvertimento di stampo mafioso:
il Papa è pericoloso, «imprevedibile per il cattolico medio». È tempo che torni
a fare il Sommo Pontefice e lasci governare la Curia. L’autore non fa i nomi
dei «mandanti», ma si mette al sicuro dicendo che il suo intervento gli «è
stato richiesto».
Ci opponiamo a queste
manovre, espressione di un conservatorismo, che spesso ha impedito alla Chiesa
di adempiere al suo compito «unico» di evangelizzare. Papa Francesco è
pericoloso perché annuncia il Vangelo, ripartendo dal Concilio Vaticano II, per
troppo tempo congelato. I clericali e i conservatori che gli si oppongono sono
gli stessi che hanno affossato il concilio e che fino a ieri erano difensori
tetragoni del «primato di Pietro» e dell’«infallibilità del Papa» solo perché i
Papi, incidentalmente, pensavano come loro.
Noi non possiamo
tacere e con forza gridiamo di stare dalla parte di Papa Francesco. Con il
nostro appello alle donne e agli uomini di buona volontà, senza distinzione
alcuna, vogliamo fare attorno a lui una corona di sostegno e di preghiera, di
affetto e di solidarietà convinta.
La «svolta di Papa
Francesco» non genera dubbi, al contrario coinvolge e stimola la maggioranza
dei credenti a seguirlo con stima e affetto. Il ministero del Vescovo di Roma e
la sua teologia pastorale suscitano speranza e anelito di rinnovamento in tutto
il Popolo di Dio e il suo messaggio è ascoltato con attenzione da molte donne e
uomini di buona volontà, non credenti o di diverse fedi e convinzioni.
Desideriamo dire al
Papa che non è solo, ma che, rispondendo al suo incessante invito, tutta la
Chiesa prega per lui (cfr. At 12,2). È la Chiesa dei semplici, delle
parrocchie, dei marciapiedi, la Chiesa dei Poveri, dei senza voce, dei senza
pastori, la Chiesa «del grembiule» che vive di servizio, testimonianza e
generosità, attenta ai «segni dei tempi» (Matteo 16,3) e camminando coi tempi
per arrivare in tempo.
Allo stesso modo,
molti non credenti, atei o di altre religioni, uomini e donne liberi, gli
esprimono pubblicamente la loro stima e la loro amicizia. La sètta di «quelli
che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re» (Luca
7,25) e non possono stare con un Papa di nome Francesco che parla il Vangelo
«sine glossa».
Papa Francesco, ricevi
il nostro abbraccio e la nostra benedizione.
Roma, 25 dicembre 2014
– Natale di Gesù
Il testo, sottoscritto dalle firme storiche del cattoprogressismo, da don Paolo Farinella ad Alex Zanotelli, da don Santoro delle «Piagge» a don Luigi Ciotti, alle «Comunità di base» (manca solo il troppo furbo Priore di Bose!), si lancia a testa bassa contro l’articolo di Messori, (pubblicato sul Corriere - vedi post seguente) definendolo un «attacco mirato e frontale», «una vera dichiarazione di Guerra», addirittura «un avvertimento di stampo mafioso».
Fa ridere questa conversione ultrapapalina del vecchio mondo della contestazione. E questa volontà censoria.
Non era proprio il cattoprogressismo a scatenarsi nella critica contro i predecessori di Bergoglio? Del resto una reazione di stizzita intolleranza contro Messori si è notata pure negli ambienti della corte bergogliana.
E il direttore di Avvenire l’altroieri ha allestito un’intera pagina per mostrare il suo zelo ultrabergogliano e condannare il pacato articolo del più famoso scrittore cattolico italiano come fosse un pericoloso eretico.
Cose mai viste se si ricorda l’ossequio con cui Avvenire ha sempre trattato certi clericali che attaccavano duramente papa Ratzinger e Wojtyla.
(Nota di Antonio Socci)
Nessun commento:
Posta un commento