Quale presidente?
Al via il voto per
l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica: girandola di nomi ma
l'accordo non c'è ancora. Ma più che il nome, conta la sostanza: avremmo
bisogno di un presidente di
"discontinuità": da un
eccessivo presenzialismo, dalla politica fatta dal Colle, dall'europeismo
ideologico, dall'interventismo sui temi etici.
Le richieste più
ricorrenti sono invece di un Presidente di continuità, un Presidente di alto
profilo istituzionale, un Presidente non necessariamente maschio. Devo dire che
nessuno dei tre “desiderata” entusiasma particolarmente, anzi sono criteri che
preoccupano perché sottintendono ideologicamente un Presidente che assecondi
l’attuale andazzo.
candidato cattolico |
Cattolico?
In
questo momento dire “cattolico” è dire nulla,
tante sono le versioni in campo di questo modello. Di cattolici alla Presidenza
ne abbiamo già avuti anche nella seconda Repubblica con esiti a dir bene
modesti, altri li abbiamo fortunatamente scampati, abbiamo già un “cattolico”
al governo che però su certi temi garantisce non molto, di nomi di cattolici se
ne fanno in questi giorni di previsioni ma Dio ce ne scampi. Viviamo in tempi
in cui dire cattolico non indica più nessuna garanzia nemmeno per i cattolici.
Di
alto valore istituzionale? Abbiamo
bisogno di un Presidente che rispetti le istituzioni e ne sia garante, ma nella
loro sostanza e non solo nella loro forma: quello che Napolitano non è stato:
contro berlusconi da sempre |
Un
Presidente di discontinuità.
Ma discontinuità rispetto a cosa?
In
primo luogo discontinuità dal PD in generale - l’Italia è più grande del
Partito Democratico - e da Giorgio Napolitano in particolare.
Poi discontinuità da un eccessivo
presenzialismo, dalla paterna tutela quirinalizia dei governi, dalla politica fatta dal
Colle, dalla profluvie di valutazioni politiche non richieste, da un europeismo
ideologicamente orientato in senso laicista e di sinistra, dall’appartenenza al circolo dei “migliori”, da una certa mentalità
crociana transitata nel marxismo italiano, da un moralismo di tipo azionista
privo tuttavia della coerenza di un Norberto Bobbio che aveva il coraggio di
dire che la legge sull’aborto è inaccettabile, dalla non terzietà davanti alle
grandi problematiche etiche della vita al suo inizio e alla sua fine, da una
militanza culturale, anche se non proprio politica, proseguita anche dal Colle.
anche questa volta ti va male |
Urge nel nostro Paese un nuovo patto
costituzionale sostanziale.
Quali sono i valori in cui ci riconosciamo e che ci uniscono? Quei valori che
poi ci permettono anche di cambiare la Costituzione formale, come deve essere
fatto, ma che se mancano o se si sono persi di vista rimaniamo un Paese smarrito.
L’Italia oggi è un
Paese smarrito, che non sa più dire la sua, che si fa dettare
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come deve educare i propri bambini,
che non riesce a trovare mai nessuno che abbia qualche colpa nei dissesti e nei
ritardi, che ha le sue più grandi aziende con sede a Londra, che non dà prova
di sapere cosa sia il principio di sussidiarietà e quindi non sa riformare lo
Stato, che distrugge la famiglia e la procreazione con leggi che sembrano pensate
da un gruppo di anarchici dell’Ottocento.
Quale Italia vuole rappresentare il nuovo Presidente?