martedì 28 febbraio 2017

LA STATALIZZAZIONE E LA SUSSIDIARIETA’


IL CASO DELL'IRST - ISTITUTO DEI TUMORI DELLA ROMAGNA



Abbiamo letto con interesse e preoccupazione le osservazioni del prof. Amadori in riferimento all'IRST, pubblicate sul Resto del Carlino del 23 febbraio. La Regione Emilia Romagna direttamente, o per mezzo di qualche altra istituzione pubblica, vorrebbe acquisire la maggioranza assoluta del pacchetto azionario con l'acquisto della partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena che è costretta a vendere le proprie quote per le note difficoltà finanziarie.

L'IRST perderebbe la caratteristica di Ente che agisce nell'ambito del privato sociale, condizione che ha garantito la nascita e lo sviluppo di questa istituzione così importante per la ricerca,la diagnosi e la cura dei tumori.

La crescita è avvenuta grazie alla rapidità del percorso decisionale,alla dimostrata efficienza ed efficacia della operatività e grazie-soprattutto- alla libertà di poter scegliere ricercatori giovani,competenti,motivati che consentono di mantenere l'Istituto a livelli di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo scientifico internazionale.

La "statalizzazione" dell'IRST rischia di alterare questo percorso di sviluppo scientifico e di mantenimento di standard elevati, necessari al periodico riconoscimento di istituto di ricerca scientifica (IRCCS) coi relativi finanziamenti statali indispensabili per il lavoro.

Purtroppo il rischio di cui parla il prof. Amadori è molto alto in Emilia Romagna dove la cultura della sussidiarietà non è mai stata, di fatto, accettata e applicata con convinzione. 
Prevale ancora un grande equivoco che confonde il principio di sussidiarietà con la supplenza. L'Ente pubblico, cioè, accetta che la società civile, nelle sue numerose articolazioni, possa intervenire per supplire alle proprie carenze ma, appena può, desidera impossessarsi di quanto è stato costruito, quando funziona e si sviluppa.

Invece, le opere nate dalla responsabilità sociale e dalla decisione di realtà private che amano il bene comune e svolgono un servizio pubblico, dovrebbero essere riconosciute, sostenute, incoraggiate e finanziate da un Ente pubblico che abbia a cuore il benessere del popolo.

Questo naturalmente esige che ci sia il controllo necessario, il coordinamento delle iniziative per evitare sovrapposizioni e duplicazioni costose e la razionalizzazione degli interventi nello stesso territorio, nel rispetto dell'autonomia  dei soggetti che mettono in gioco responsabilità,creatività e rischio finanziario.

Anche in questo specifico caso dell'IRST la Regione dovrebbe impegnarsi per stimolare il mondo del privato-sociale,le imprese e anche i singoli privati a divenire parte della compagine dell'IRST e contribuire così al suo sviluppo per il bene di tutti


Il Crocevia

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