IL CASO DELL'IRST - ISTITUTO DEI TUMORI DELLA ROMAGNA
Abbiamo letto
con interesse e preoccupazione le osservazioni del prof. Amadori in riferimento
all'IRST, pubblicate sul Resto del Carlino del 23 febbraio. La Regione Emilia
Romagna direttamente, o per mezzo di qualche altra istituzione pubblica,
vorrebbe acquisire la maggioranza assoluta del pacchetto azionario con
l'acquisto della partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena
che è costretta a vendere le proprie quote per le note difficoltà finanziarie.
L'IRST
perderebbe la caratteristica di Ente che agisce nell'ambito del privato
sociale, condizione che ha garantito la nascita e lo sviluppo di questa
istituzione così importante per la ricerca,la diagnosi e la cura dei tumori.
La crescita è
avvenuta grazie alla rapidità del percorso decisionale,alla dimostrata
efficienza ed efficacia della operatività e grazie-soprattutto- alla libertà di
poter scegliere ricercatori giovani,competenti,motivati che consentono di
mantenere l'Istituto a livelli di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo
scientifico internazionale.
La
"statalizzazione" dell'IRST rischia di alterare questo percorso di sviluppo
scientifico e di mantenimento di standard elevati, necessari al periodico
riconoscimento di istituto di ricerca scientifica (IRCCS) coi relativi
finanziamenti statali indispensabili per il lavoro.
Purtroppo il
rischio di cui parla il prof. Amadori è molto alto in Emilia Romagna dove la
cultura della sussidiarietà non è mai stata, di fatto, accettata e applicata
con convinzione.
Prevale ancora un grande equivoco che confonde il principio di
sussidiarietà con la supplenza. L'Ente pubblico, cioè, accetta che la società
civile, nelle sue numerose articolazioni, possa intervenire per supplire alle
proprie carenze ma, appena può, desidera impossessarsi di quanto è stato
costruito, quando funziona e si sviluppa.
Invece, le
opere nate dalla responsabilità sociale e dalla decisione di realtà private che
amano il bene comune e svolgono un servizio pubblico, dovrebbero essere
riconosciute, sostenute, incoraggiate e finanziate da un Ente pubblico che
abbia a cuore il benessere del popolo.
Questo
naturalmente esige che ci sia il controllo necessario, il coordinamento delle
iniziative per evitare sovrapposizioni e duplicazioni costose e la
razionalizzazione degli interventi nello stesso territorio, nel rispetto
dell'autonomia dei soggetti che mettono in gioco responsabilità,creatività
e rischio finanziario.
Anche in
questo specifico caso dell'IRST la Regione dovrebbe impegnarsi per stimolare il
mondo del privato-sociale,le imprese e anche i singoli privati a divenire parte
della compagine dell'IRST e contribuire così al suo sviluppo per il bene di
tutti
Il Crocevia
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