La festa è finita: il genere percepito non vale più, ma conta l’anagrafe
I maschi vanno nel bagno dei maschi, e
le femmine in quello delle femmine. Con questa ennesima decisione, una delle
primissime prese dal dipartimento della Giustizia, della nuova amministrazione
Trump, che sta facendo montare l'ennesima polemica ovviamente
internazionale (è un decreto antistorico, razzista e discriminatorio), si
capisce ancora meglio come si era ridotta la precedente amministrazione Obama,
e perché la Clinton ha perso le elezioni.

L'ex presidente ha ritenuto necessario
stabilire, tramite direttiva della Casa Bianca, che si può andare nei bagni
secondo il "genere percepito”, e non secondo quanto scritto all’anagrafe,
cioè, banalmente, se si è maschi o femmine. Con tutte le conseguenze
imbarazzanti del caso (chi decide come accertare le infrazioni? Come
controllare se uno va nei gabinetti giusti?). Salvo poi sorprendersi del
mancato ritorno in termini elettorali.
A
livello di consenso elettorale, i gabinetti non pagano, si potrebbe dire. Ma
c’è dell’altro.
Fermo restando che se
dicessi di sentirmi un’astronauta non per questo mi farebbero, non dico
guidare, ma neanche entrare in un’astronave, e forse chiamerebbero i camici
bianchi; dubitando fortemente che per i transgender fosse
questione di vita o di morte frequentare i gabinetti pubblici secondo il genere
percepito al momento, e non secondo la carta d’identità; anche ammesso che i
transgender siano tantissimi, e che frequentino in modo massiccio i gabinetti
pubblici; ricordando pure il grande traguardo dei matrimoni gay a
cui tutta l’America avrebbe dovuto plaudire; ecco, tenendo ben presente tutto
questo, suggeriamo sommessamente alla vecchia amministrazione Obama e
ai democratici (anche di casa nostra) di fare comunque quattro conti e provare
a capire quanto reale consenso portino politiche come queste.
loccidentale 13 Febbraio 2017
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