lunedì 6 febbraio 2017

LA VITA TORNA A VINCERE IN AMERICA


Traduzione integrale dello storico intervento di Mike Pence alla 44esima March for Life di Washington DC: è stata la prima volta che un vicepresidente USA ha preso parte alla manifestazione.
Il breve discorso, tanto politico (e poco “istituzionale”) quanto vibrante, ha parlato esplicitamente di un intenso progetto di restaurazione dei diritti della vita nel diritto e nella politica USA

di Mike Pence*

Grazie Karen e Charlotte, e grazie a voi tutti da parte del presidente Donald Trump, di mia moglie Karen e di mia figlia Charlotte.
Vorrei dare a tutti voi il benvenuto a Washington DC per la 44ma edizione della March for life. È un bel giorno. È il giorno più bello che io abbia mai visto per la March for
Life, da molti punti di vista.

Stare qui dinnanzi a voi mi riempie di umiltà.
E mi riempie di umiltà essere il primo vicepresidente degli Stati Uniti ad avere il privilegio
di partecipare a questo evento storico.
Più di 240 anni fa, i nostri fondatori scrissero parole che sono riecheggiate nei secoli.
Dichiararono che queste verità non hanno bisogno di dimostrazioni, che tutti noi abbiamo
ricevuto dal nostro Creatore determinati diritti inalienabili e che tra questi c’è la vita, la libertà e la ricerca della felicità.
44 anni fa, la nostra Corte Suprema si è allontanata da questi ideali immortali.
Ma oggi, tre generazioni dopo, a causa di tutti voi e delle molte migliaia che ci sostengono
in marce come questa in tutta la nazione, la vita è tornata a vincere in America.
È evidente nell’elezione di maggioranze pro-life al Congresso degli Stati Uniti d’America.
Ma non c’è segno più evidente, in alcun modo, della storica elezione di un presidente che si batte per un’America più forte, per un’America più prospera, e un presidente che – e lo dico con orgoglio – si batte per il diritto alla vita: il presidente Donald Trump.

È stato infatti proprio il presidente Trump a chiedermi di essere qui con voi oggi. Mi ha
chiesto di ringraziarvi per il vostro sostegno, per la vostra difesa della vita e per la vostra
compassione per le donne e i bambini d’America.

Proprio una settimana fa da oggi, sui gradini del Campidoglio abbiamo visto l’insediamento
del 45mo presidente degli Stati Uniti.
Posso testimoniare di persona che il nostro presidente è un uomo dalle spalle larghe e dal cuore grande. La sua idea per il futuro, la sua energia, il suo ottimismo sono senza confini e io so che lui renderà l’America di nuovo grande.
Sin dal suo primo giorno da presidente, sta mantenendo le promesse fatte al popolo americano. Mi piace dire che laggiù al 1600 di Pennsylvania Avenue, il nostro impegno è
mantenere le promesse.


Ed è per questo che lunedì il presidente Trump ha riportato in vigore la policy di Mexico
City, per impedire che i fondi destinati a paesi stranieri vadano ad organizzazioni che
promuovono o eseguono aborti nel mondo.
È per questo che questa amministrazione lavorerà con il Congresso per porre fine al
finanziamento dell’aborto e delle cliniche abortiste con i soldi dei contribuenti e destineremo queste risorse ai centri di salute per le donne in tutta l’America.
Ed è per questo che la prossima settimana il presidente Donald Trump annuncerà la nomina di un giudice alla Corte Suprema che sosterrà quelle libertà donate da Dio e custodite nella nostra Costituzione, nel solco dell’eredità del grande giudice Antonin Scalia.
Sapete, la vita sta vincendo in America.
E questo giorno è una celebrazione del progresso che abbiamo fatto in questa causa.
Sapete, da molto tempo ritengo che una società possa essere giudicata da come si prende cura dei suoi membri più vulnerabili, degli anziani, degli infermi, dei disabili e dei
nascituri.
Siamo giunti a un momento storico nella causa per la vita.
E dobbiamo andare incontro a questo momento con rispetto e compassione per ogni americano.

La vita sta vincendo per molte ragioni.
La vita sta vincendo attraverso il costante progresso della scienza, che fa luce sul momento in cui inizia la vita, ogni giorno di più.
La vita sta vincendo attraverso la generosità di milioni di famiglie adottive, che aprono i
propri cuori e le proprie case a bambini in difficoltà.
La vita sta vincendo attraverso la compassione del personale medico e dei volontari nei centri di aiuto alla vita e nelle organizzazioni religiose che assistono le donne nelle città del Paese.
E la vita sta vincendo attraverso ciò che passa sotto silenzio, i consigli delle madri alle figlie, delle nonne alle nipoti, fra amici seduti al tavolo della cucina, e davanti a un
caffè in un campus universitario.
Si dice la verità. La compassione sta vincendo su ciò che fa comodo. E la speranza sta vincendo sulla disperazione. In sintesi, la vita sta vincendo
in America grazie a voi.
Perciò vi raccomando di insistere. Ma, come sta scritto, “Fa’ che la tua dolcezza sia evidente a tutti”.

Fate che questo movimento sia conosciuto per l’amore, non la rabbia.
Fate che questo movimento sia conosciuto per la compassione, non lo scontro.
Quando si tratta di questioni del cuore, non c’è niente di più forte della dolcezza.
Credo che continueremo a conquistare i cuori e le menti della generazione in arrivo se prima i nostri cuori si spezzeranno per le giovani madri e per i loro nascituri, e se ognuno di noi farà tutto ciò che può per venir loro incontro là dove sono, con generosità e non con giudizio.
Per guarire la nostra terra e riportare una cultura della vita dobbiamo continuare ad essere un movimento che abbraccia tutti, si occupa di tutti e mostra rispetto per la dignità e il valore di ogni persona.
Sulle pareti del Jefferson Memorial sono custodite le parole del nostro terzo presidente, il quale da così tanto tempo ci ammoniva di ricordare che Dio ci ha dato la vita e ci ha dato la libertà.

A nome del presidente degli Stati Uniti e della mia piccola famiglia, vi ringrazio per la vostra difesa della vita. Vi ringrazio per la vostra compassione. Vi ringrazio per il vostro
amore verso le donne e i bambini d’America.
E state certi, statene certi, che insieme a voi, noi non ci stancheremo, non ci riposeremo finché non sarà ripristinata una cultura della vita in America, per noi e per i nostri posteri.
Grazie e Dio vi benedica. E Dio benedica l’America.


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