GANDOLFINI (FAMILY DAY)
Con la risoluzione di condanna contro la Polonia, rea di aver vietato l’aborto selettivo, ieri il Parlamento Europeo ha esercitato l’ennesima ingerenza indebita su questioni di prerogativa nazionale, in pieno contrasto con i trattati europei che prevedono l’autonomia degli Stati membri sui temi etici.
Stiamo assistendo ad un'offensiva senza precedenti; appena lo scorso 12 novembre la Commissione Ue, con la comunicazione 698, ha chiesto di inserire in tutte le politiche comunitarie, compreso il Recovery Fund, un'attenzione speciale per le istanze LGBTQI+, tramite anche strategie volte ad introdurre il reato di omofobia e il principio giuridico dell’omogenitorialità.
Si tratta di una vera e propria entrata a gamba tesa nelle politiche nazionali dei singoli Stati, che riguarda in particolare le politiche familiari e quella scolastiche, la cui esclusiva competenza e sovranità di scelta spetta sempre e solo a ciascun singolo Stato. Lo stesso Parlamento Europeo che ora si esprime contro la Polonia lo scorso gennaio ha bocciato un emendamento contro l’utero in affitto presentato dall’eurodeputata Simona Baldasarre.
Ci chiediamo quindi quali principi intende promuovere il Vecchio Continente, un tempo culla dei diritti inviolabili della persona? Quello teso a mercificare il corpo delle donne? Quello che stabilisce che un bambino si può acquistare da una gestante privandolo della madre e/o del padre? E ancora, si intende promuovere l’eugenetica dell’aborto fino al nono mese o quella che consente l’acquisto di ovuli e seme in base ai tratti somatici dei venditore, come già avviene in Svezia, dove i gameti sono scelti su cataloghi e consegnati a casa, anche a donne single, come pacchi Amazon? Oppure forse vogliamo l’Europa della fluidità imposta per legge agli Stati membri, dove il sesso percepito sarà inserito nelle anagrafi e nei documenti di identità annullando completamente le categorie di maschile e femminile?
L’Europa delle culle vuote, della droga libera e dell’eutanasia per tutti ora vuole ricattare stati come Polonia e Ungheria, che non ci stanno a rinunciare alla propria eredità valoriale e culturale millenaria e si stanno opponendo a questa assurda condizionalità, in nome della libertà sancita dagli stessi trattati europei. I movimenti pro family italiani ed europei non faranno mancare il sostegno a tutti quei governi e singoli politici che terranno la schiena dritta davanti a questi tentativi di colonizzazione ideologica e intanto ringraziamo i 145 europarlamentari – tra cui i gruppi di Lega e Fratelli d'Italia – che ieri hanno votato NO alla risoluzione di condanna contro il governo e i giudici polacchi.
Roma, 27 novembre 2020 Associazione Family Day - DNF
Nessun commento:
Posta un commento