In un'intervista di fine ottobre, che se si vuole si può leggere qui: https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/10/30/papa-francesco-all-adnkronos-covid-corruzione-benedetto_chrA2saxr5INZHQvsZT44N.html?refresh_ce, il papa all'interlocutore che gli domandava se ha paura ha risposto così: «Non temo conseguenze contro di me, non temo nulla, agisco in nome e per conto di nostro Signore. Sono un incosciente? Difetto di un po' di prudenza? Non saprei cosa dire, mi guida l'istinto e lo Spirito Santo, mi guida l'amore del mio meraviglioso popolo che segue Gesù Cristo. E poi prego, prego tanto, tutti noi in questo momento difficile dobbiamo pregare tanto per quanto sta accadendo nel mondo».


La parte sottolineata in grassetto parrebbe inserire l'istinto al primo posto tra i criteri di governo della chiesa, il che sembrerebbe implicare una rimarchevole novità nella dottrina cristiana circa le fonti della rivelazione divina. Un dotto, solerte e benintenzionato commentatore come Luigi Accattoli, accorgendosi che «la parola istinto suona forte in bocca a un Papa», ritiene tuttavia che se ne possa cogliere la valenza positiva e va a cercare un precedente addirittura in Atti 15,28, cioè nel cosiddetto decreto apostolico con cui il “concilio di Gerusalemme” comunica le decisioni prese circa l'accoglienza dei pagani nella chiesa: «Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi alcun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie».

Può essere di qualche conforto. Però verrebbe voglia di replicare che là, in compagnia dello Spirito Santo, c'era un bel “noi” molto ecclesiale, che non era formale anche perché scaturiva da un intenso e persino drammatico lavoro di approfondito confronto tra posizioni diverse che erano giunte ad una sintesi, non un “io” (che per giunta dice di non temere nulla). Marginalmente, si potrebbe anche osservare che quei santi apostoli avevano anche la buona creanza di mettere lo Spirito al primo posto e se stessi al secondo ...

Forse però è come sempre la solita montatura giornalistica, il papa non voleva dire così, le sue parole sono state travisate, lui è in perfetta continuità con i suoi predecessori, eccetera eccetera.

Post scriptum. Leo Longanesi diceva che quando su un giornale si vuol fare dell'ironia bisogna specificare tra parentesi: Ironia. Qui non siamo su un giornale, ma a scanso di equivoci faccio ugualmente l'autocertificazione: sto scherzando.