giovedì 17 gennaio 2013

1975 : GIUSSANI, MOVIMENTO POPOLARE E MILITANZA POLITICA

DA:
Il Movimento di Comunione e Liberazione. Conversazioni con Robi Ronza, Jaca Book, Milano (1976), 1986
 
Pag. 196 (ed. 1975)

ROBI RONZA

 Fino a questo punto, fino a quando cioè il ruolo politico delle comunità
cristiane si gioca al livello dei riflessi politico-sociali della loro stessa
presenza nella società, nonché di forme di sollecitazione e di animazione
politico-culturale, si resta nell'ambito di un'immagine riguardo alla quale
esiste ampio consenso.

Tale consenso si restringe tuttavia di molto quando — come pare faccia
CL — si sostiene essere opportuno che le comunità cristiane optino per
forme di appoggio diretto a presenze organizzate nella vita politica nel più ristretto senso del termine.

 

GIUSSANI

 Innanzitutto occorre precisare che, dal nostro punto di vista, quando
dalla fase della sollecitazione e dell'animazione politico-culturale si giunge a
quella della militanza politica vera e propria, non è più la comunità in
quanto tale ad impegnarsi, ma sono le singole persone che a responsabilità
propria, anche se formate dalla vita concreta della comunità medesima, si
impegnano alla ricerca di strumenti ulteriori di incidenza politica sia teorici
che pratici.
 Quindi non è affatto né corretto né leale l'uso, invalso su molti
giornali, di definire «candidati di CL», «consiglieri comunali di CL» quei
militanti del nostro movimento che si sono direttamente impegnati nelle
campagne elettorali ed in genere nella militanza politica, come pure — e
soprattutto — non è affatto corretto definire «leaders di CL» i dirigenti dei
gruppi da essi costituiti.

Nel quadro di tale loro attività, i militanti di CL direttamente impegnati
nella vita politica oggi si muovono all'interno di un partito, che è la
Democrazia Cristiana, e si impegnano a promuovere lo sviluppo del giàcitato Movimento Popolare. Insomma, compiono scelte specifiche, comene compie chiunque altro operi a tale livello. Qual è tuttavia il criterio concui la base di CL guarderà alle loro iniziative?
Certamente con la simpatia
caratteristica di chi non può che condividerne l'ispirazione. Perciò da unaparte si moltiplicherà l'adesione attiva della gente di CL agli strumenti diazione politica da loro realizzati, e dall'altra — in occasioni di particolare edecisiva importanza, come le campagne elettorali — per tutti i militanti di CL
 
sarà naturale, e direi quasi istintivo, il rivolgersi ed il privilegiare quei
candidati che, nell'agone politico, dimostrano di avere consonanza di ideali
e di metodi con il movimento; e ciò tanto più se si tratta di persone che
sono esse pure del movimento.

Comunque, la militanza politica delle persone che aderiscono a CL, e
tutte le singole scelte che ne derivano, sono frutto di un giudizio e di una
responsabilità che sono eminentemente personali. Quindi — mi preme
sottolineare — Comunione e Liberazione non ha dato alcuna delega a quei
suoi militanti che sono impegnati nella vita politica. Evidentemente la
comunità — sentendo il bisogno di una presenza politica più efficace, meno
dispersa, specialmente di fronte all'urgenza di salvare valori fondamentali,
come la libertà di fruire di uno spazio adeguato all'evolversi di una vita
comunitaria — non mancherà di sollecitare alla militanza politica chi ne
abbia l'attitudine, e insieme di stimolare la responsabilità in tale campo di
tutti i suoi aderenti. Ciò tuttavia, lo ripeto, non implica alcuna delega da
parte del movimento.
Guai a noi se ripetessimo l'errore fatto nel 1948,
quando alla Democrazia Cristiana venne in pratica irrevocabilmente delegata
la gestione della presenza politica dei cattolici, ponendo così la
premessa di una delle principali cause del suo successivo declino
sgretolamento politico e morale. C'è fra noi tutti in quanto CL, ed i nostri
amici impegnati nel Movimento Popolare e nella Dc, un'irrevocabile
distanza crìtica.
 
Per essere riconosciuti, per essere oggetto dell'attiva
simpatia cui prima ho accennato, e per venire più facilmente seguiti dai
singoli membri delle nostre comunità, essi devono parteciparne e accettare
continuamente che le loro scelte siano sottoposte al giudizio comune, che
emerge dalla vita della comunità, dai suoi bisogni e dai criteri che in essa si
affermano e trovano verifica. Ed a questa distanza critica noi non
rinunceremo mai.

 

Nessun commento:

Posta un commento