I cattolici in
politica non sanno cosa fare?
Leggano il libro di monsignor Crepaldi
Di Stefano Fontana, tratto da Zenit.org - Esce la seconda edizione di un libro
fortunato, che ha avuto una notevole accoglienza e ha suscitato vive
discussioni: “Il Cattolico in Politica”
. Questa nuova edizione (Cantagalli, Siena 2012) contiene un’ampia Introduzione
e due Appendici, tra cui il corposo articolo sui principi non negoziabili
pubblicato da mons. Giampaolo Crepaldi
su “Il Foglio” del luglio 2011.
L’Introduzione è da considerarsi un vero e proprio saggio dedicato proprio
ai principi non negoziabili. L’Autore prende in esame le principali obiezioni
rivolte verso la prima edizione del libro apprese sia dalle recensioni, sia dai
confronti avuti nelle numerose presentazioni pubbliche. La maggior parte delle
osservazioni critiche riguardavano proprio i principi non negoziabili, vera e
propria pietra di inciampo per la cultura cattolica di oggi e segno di
contraddizione.
Ma perché la critica si è concentrata prevalentemente su questo punto?
Mons. Crepaldi ritiene che il motivo sia dovuto al fatto che sui principi non
negoziabili ci sono molti fraintendimenti e aspetti da chiarire. Il primo
consiste nel non considerarli “principi” ma “valori”: la vita, la famiglia, la
libertà di educazione sono senz’altro grandi valori.
Ma non sono solo valori, sono principi, ossia delle luci, dei criteri,
degli orientamenti. Essi indicano un’architettura della società, forniscono
delle priorità, esprimono delle istanze da applicare in molti campi dell’azione
politica o amministrativa. Il fatto che tali principi siano presenti o meno in
un’agenda politica ha un’importanza strategica: manca o meno il giusto
orientamento.
Mons. Crepaldi, senza nulla togliere al significato bioetico del tema della
vita o di quello della famiglia, per esempio, fa notare che la difesa della
vita o della famiglia ha un significato ampiamente sociale, che ha a che fare
con la casa, il fisco, l’educazione, il welfare, le politiche giovanili e così
via. Allora non sono temi particolari ma ottiche generali sullo sviluppo della
società.
Il punto, spiega l’Autore, è molto importante perché coloro che si rifanno
ai principi non negoziabili sono spesso accusati di non avere una visione
politica di insieme, ma di fare delle singole richieste sul tema dell’aborto,
del riconoscimento delle coppie omosessuali o su altre tematiche particolari.
Così non è se consideriamo i principi non negoziabili, appunto, non come
singoli temi dell’agenda politica, ma orientamenti generali con ripercussioni
su tutti gli aspetti della vita sociale e politica. Senza tenerli presenti, si
avrà un impoverimento generale della nostra vita comunitaria.
L’Arcivescovo Crepaldi sa bene che su questi argomenti è in atto una dura
battaglia di civiltà. E sa bene che il motivo oltre che politico, è anche
teologico. L’importanza dei principi non negoziabili è dovuta al loro
collegamento con la “natura” e in particolare con la “natura umana”. Chi li
nega o li sottovaluta, di fatto, apre le porte allo sgretolamento progressivo
del concetto di natura umana.
Non si tratta solo di una diversa visione dell’uomo. Si tratta di impedire
o permettere il rapporto con il Creatore. Per questo è un problema politico e
teologico allo stesso tempo. Chi nega i principi non negoziabili alla fine
vuole che non ci sia un posto per Dio nel mondo; chi li afferma e li difende
lotta perché ci sia un posto per Dio nel mondo. Il confronto è ai massimi
livelli.
La nuova edizione de “Il Cattolico in Politica” è, dunque, particolarmente
incentrata sui principi non negoziabili, ma la cosa non deve far dimenticare
l’articolata struttura del libro, che è diviso in dieci capitoli dedicati ai
Principi e ad altri dieci capitoli dedicati ai Contenuti. Il linguaggio è
chiaro, gli esempi sono efficaci, il tono è avvincente. Il cattolico che opera
in politica può trovare qui un quadro completo per definire meglio il suo
operato secondo la visione della Chiesa e quella della retta ragione.
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