Da Trieste la Gender persecution contro
la Chiesa
È INIZIATA IN GRANDE
STILE LA GENDER-PERSECUTION CONTRO IL CRISTIANESIMO E CHE SARÀ DURISSIMA. CI
SARANNO I MILITANTI, COLORO CHE CERCHERANNO IL COMPROMESSO, COLORO CHE
TRADIRANNO, CI SARANNO I FEDELI E CI SARANNO ANCHE I MARTIRI
Sabato scorso 12
gennaio davanti al Vescovado di Trieste si è tenuta una manifestazione
organizzata da Arcigay per dare dell’omofobo e del razzista al Vescovo Mons.
Giampaolo Crepaldi.
Cosa era accaduto? Facciamo un passo indietro. Nei giorni precedenti
Arcigay ed Arcilesbica di Trieste avevano avviato una campagna contro
l’omofobia che consisteva nell’appendere in tutti gli autobus cittadini foto di
coppie dello stesso sesso in intimi atteggiamenti familiari. Titolo della
campagna: “si va DIRITTI all’amore”. Comune e Provincia danno il patrocinio.
Alla conferenza stampa di presentazione erano attesi grossi personaggi del
Comune che però alla fine si sono defilati.
Il direttore del settimanale diocesano
Vita Nuova, Stefano Fontana, scrive sulla versione on line – www.vitanuovatrieste.it
- un articolo dal titolo “Problematico quel patrocinio” per dire che «il Comune
e la Provincia non hanno il compito di patrocinare le campagne dei desideri
individuali ma il dovere di confortare i cittadini che la società ha bisogno
della famiglia vera e sostenere questa, anche sul piano educativo. Il che nulla
avrebbe a che fare con la cosiddetta omofobia».
Su Vita Nuova il Vescovo conferma la valutazione
espressa dal direttore di Vita Nuova. A questo punto si sono aperte le
cateratte.
Il quotidiano locale Il Piccolo pubblica una serie di articoli. Davide Zotti, presidente del Circolo Arcobaleno dichiara «Al Vescovo non bastano più le omelie in chiesa, ha deciso di estenderle ai cittadini e alle istituzioni che li rappresentano bacchettando come una maestrina della penna rossa Comune e Provincia per aver concesso il patrocinio a una civilissima campagna: Crepaldi calpesta la dignità degli omosessuali.
Il sindaco Cosolini, intervistato da Il Piccolo, dichiara che il patrocinio era stato concesso a sostegno della lotta alla intolleranza omofoba senza entrare nel merito della questione e la Chiesa ha il diritto di dire la sua.
La Presidente della Provincia Bassa Poropat si sbilancia di più e parla di diritti di cittadinanza e di Chiesa che si deve “aprire”. Il vicario Mons. Malnati precisa che omofobia è una cosa ed equiparazione delle famiglie omo ed eterosessuali è altra cosa.
Il quotidiano locale Il Piccolo pubblica una serie di articoli. Davide Zotti, presidente del Circolo Arcobaleno dichiara «Al Vescovo non bastano più le omelie in chiesa, ha deciso di estenderle ai cittadini e alle istituzioni che li rappresentano bacchettando come una maestrina della penna rossa Comune e Provincia per aver concesso il patrocinio a una civilissima campagna: Crepaldi calpesta la dignità degli omosessuali.
Il sindaco Cosolini, intervistato da Il Piccolo, dichiara che il patrocinio era stato concesso a sostegno della lotta alla intolleranza omofoba senza entrare nel merito della questione e la Chiesa ha il diritto di dire la sua.
La Presidente della Provincia Bassa Poropat si sbilancia di più e parla di diritti di cittadinanza e di Chiesa che si deve “aprire”. Il vicario Mons. Malnati precisa che omofobia è una cosa ed equiparazione delle famiglie omo ed eterosessuali è altra cosa.
Eccoci quindi al presidio di sabato 12 davanti al Vescovado.
200 persone circa, grande lenzuolata arcobaleno e qualche cartello scritto col
pennarello: “Crepaldi, lo sai che il tuo Dio mi ama?”, “Dio è amore, Crepaldi e
il papa no” e così via.
Nel numero di Vita Nuova di venerdì 18 gennaio c’è una lunga intervista al Vescovo Crepaldi. Egli ribadisce che «L'obiettivo finale di queste campagne è quello di minare un caposaldo della civiltà, la concezione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, equiparandola ad altre forme di convivenza», spiegando che ciò non c’entra nulla, se non pretestuosamente, con l’omofobia.
Nel numero di Vita Nuova di venerdì 18 gennaio c’è una lunga intervista al Vescovo Crepaldi. Egli ribadisce che «L'obiettivo finale di queste campagne è quello di minare un caposaldo della civiltà, la concezione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, equiparandola ad altre forme di convivenza», spiegando che ciò non c’entra nulla, se non pretestuosamente, con l’omofobia.
Considera un fatto molto grave la
partecipazione di due assessori comunali alla manifestazione: «La
partecipazione alla manifestazione davanti al Palazzo della Curia di componenti
la Giunta comunale che, con la loro presenza hanno avallato l'accusa di
razzista al Vescovo, ha, di fatto, cambiato radicalmente lo scenario delineato
saggiamente dal Sindaco. Personalmente ritengo che la partecipazione sia stata
una cosa inquietante che si è tradotta in una pagina nera per la democrazia e
per l'onore delle Istituzioni cittadine.
Una Giunta comunale è a garanzia di tutti, al servizio del bene di tutti e deve operare nel rispetto dei diritti di tutti. Che credibilità può accampare un Governo cittadino quando due suoi componenti se ne vanno in giro con gaia spensieratezza a manifestare contro il Vescovo e la Chiesa cattolica che, è bene che lo sappiano, in questa Città è presente fin dai primi secoli di storia del cristianesimo ed è protetta da un martire, San Giusto?».
Una Giunta comunale è a garanzia di tutti, al servizio del bene di tutti e deve operare nel rispetto dei diritti di tutti. Che credibilità può accampare un Governo cittadino quando due suoi componenti se ne vanno in giro con gaia spensieratezza a manifestare contro il Vescovo e la Chiesa cattolica che, è bene che lo sappiano, in questa Città è presente fin dai primi secoli di storia del cristianesimo ed è protetta da un martire, San Giusto?».
Alla Presidente della Provincia, che
auspicava una Chiesa aperta, il Vescovo ribatte così: «E' stato un invito poco
appropriato da parte di un'Autorità istituzionale che si è sempre fatta
apprezzare per la misura e per la capacità di stare al suo posto. Alla
Presidente della Provincia dico che l'unica cosa che deve fare la Chiesa è
quella di essere fedele agli inviti di Gesù, suo Sposo e suo Signore. Le basta
Lui».
Ma il punto senz’altro più profetico di
questa intervista è quando Mons. Crepaldi prefigura alcuni inquietanti scenari futuri: «i
miei amici di Vienna dell'Observatory on Intolerance and Discrimination against
Christians in Europe, che ogni tanto interpello per un parere o per far
monitorare la situazione di Trieste, mi dicono che è iniziata in grande stile la Gender-persecution contro il
cristianesimo e che sarà durissima. Ci saranno i militanti, coloro che
cercheranno il compromesso, coloro che tradiranno, ci saranno i fedeli e ci
saranno anche i martiri».
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