LA SOCIETA' AMERICANA E' SPACCATA
La spaccatura
che ha diviso il paese tra laureati e non laureati, progressisti e retrogradi,
anti-liberali e liberali, buoni e cattivi, in estrema sintesi, è profonda ed è
fondamentale per capire perché Donald Trump ha vinto con ampio margine le
primarie all’interno del partito repubblicano. Lo sa bene Michael Novak, filosofo cattolico, autore del famoso Spirito
del capitalismo democratico, pensatore di riferimento dei conservatori
americani, che ha studiato a fondo il problema. «La questione principale in queste elezioni è la divisione tra chi è
stato educato al college e chi non l’ha
frequentato», dichiara a Tempi.
«I primi hanno in mano il paese:
controllano televisioni, giornali, radio, università, tutta la grande cultura.
Alcuni sostengono che hanno formato una nuova classe sociale, egemonizzata e
controllata dal partito democratico. Si abbeverano a un magistero laico che
trae i suoi contenuti dagli editoriali del New York Times e che è seguito anche da tanti cattolici».
Non è un caso se tra gli americani va molto di moda una facezia: «Nelle scuole
ormai ci sono tre bagni: quello per i maschi, quello per le femmine e quello
per i democratici», ride Novak. La battuta coglie la portata di questo
stravolgimento sociale: «Oggi i laureati hanno una moralità diversa,
sono più secolarizzati, atei, approvano omosessualità e aborto, vedono la
Chiesa cattolica come il fumo negli occhi e la considerano un nemico obsoleto».
I cattolici
«sono guardati con sospetto nelle università, perché la nuova classe
politicamente corretta guarda dall’alto in basso tutti coloro che non la
pensano come lei, accusandoli di sessimo e razzismo. Se la gente comune è ancora realista e vive con i piedi piantati per
terra, le élite ben rappresentate dai democratici sono fuori dal mondo: hanno
abbandonato il senso comune, modificato la definizione di uomo e donna,
sostengono il gender, pensano che la gente dovrebbe avere pochi figli. Invece
agli americani comuni piace ancora avere tanti bambini. Insomma, hanno il
controllo di tutta la cultura, ma non dei quartieri, non della strada».
È anche per questo che Hillary è definita
invotabile dai principali pensatori cattolici. «È una donna che ha mentito, ha
violato le leggi nazionali e chiunque altro per queste cose sarebbe finito in
prigione», continua Novak. «Per quanto mi
riguarda, non posso votare una candidata così favorevole all’aborto, all’agenda
secolarista in campo morale e così ferocemente avversaria della libertà
religiosa».
La lettera
riparatoria
La scelta non sarebbe dunque così difficile, se solo dall’altra parte non ci fosse “The Donald”. Insieme ad oltre 30 professori e pensatori cattolici, Weigel ha firmato a marzo un appello contro Trump. Nel testo si ricordava che «il partito repubblicano è stato negli ultimi decenni il veicolo per promuovere le cause sociali che più stanno a cuore ai cattolici americani», come la difesa dei non nati, della libertà religiosa, del matrimonio tra uomo e donna. Ma questa possibilità è ora in pericolo perché «Donald Trump è manifestamente inadeguato a diventare presidente degli Stati Uniti» a causa della sua campagna elettorale infarcita di «volgarità», per non parlare «degli appelli alle paure e pregiudizi etnici e razziali che urtano ogni genuina sensibilità cattolica». Pur riconoscendo che la campagna di Trump piace a molti cattolici perché «parla di preoccupazioni legittime e genuine», si ricorda che non c’è niente «nel suo passato» e nel suo presente che dimostri sensibilità ai temi cari alla Chiesa. Ecco perché, spiega Weigel a Tempi, il candidato repubblicano «è pessimo. È un uomo immorale sia nella sua vita pubblica sia in quella privata. E poi non è credibile nella gestione del potere. Come mi è impossibile votare per Clinton, così non voterò mai per lui». Forse intuendo lo scarso appeal di cui gode tra i fedeli, il 5 ottobre Trump ha cercato di recuperare firmando una lettera ai leader cattolici, promettendo di battersi contro l’aborto e difendere la libertà religiosa.
La scelta non sarebbe dunque così difficile, se solo dall’altra parte non ci fosse “The Donald”. Insieme ad oltre 30 professori e pensatori cattolici, Weigel ha firmato a marzo un appello contro Trump. Nel testo si ricordava che «il partito repubblicano è stato negli ultimi decenni il veicolo per promuovere le cause sociali che più stanno a cuore ai cattolici americani», come la difesa dei non nati, della libertà religiosa, del matrimonio tra uomo e donna. Ma questa possibilità è ora in pericolo perché «Donald Trump è manifestamente inadeguato a diventare presidente degli Stati Uniti» a causa della sua campagna elettorale infarcita di «volgarità», per non parlare «degli appelli alle paure e pregiudizi etnici e razziali che urtano ogni genuina sensibilità cattolica». Pur riconoscendo che la campagna di Trump piace a molti cattolici perché «parla di preoccupazioni legittime e genuine», si ricorda che non c’è niente «nel suo passato» e nel suo presente che dimostri sensibilità ai temi cari alla Chiesa. Ecco perché, spiega Weigel a Tempi, il candidato repubblicano «è pessimo. È un uomo immorale sia nella sua vita pubblica sia in quella privata. E poi non è credibile nella gestione del potere. Come mi è impossibile votare per Clinton, così non voterò mai per lui». Forse intuendo lo scarso appeal di cui gode tra i fedeli, il 5 ottobre Trump ha cercato di recuperare firmando una lettera ai leader cattolici, promettendo di battersi contro l’aborto e difendere la libertà religiosa.
Ma la docente
armena Nash-Marshall è scettica: «Il suo problema è che non ci dà motivi per
fidarci di lui. Dichiara che vuole sostenere i cattolici, e siamo contenti di
questo, ma non dice mai in che cosa consisterebbe questo suo essere
conservatore». Il candidato repubblicano,
in realtà, due punti importanti li ha messi a segno: «Il prossimo presidente
degli Stati Uniti nominerà anche il
giudice della Corte suprema che andrà a sostituire il conservatore deceduto
Scalia».
Questo è un punto non indifferente, visto
che sono stati i nove giudici a decidere alcuni degli stravolgimenti sociali
più significativi degli ultimi 40 anni, approvando ad esempio l’aborto e
imponendo a tutti gli Stati Uniti il matrimonio gay. La nomina di un
conservatore o un progressista potrebbe cambiare il futuro del paese e «Trump ha detto che sceglierà un
conservatore come Scalia. Questo
annuncio è stato tanto inaspettato, quanto fondamentale per noi. In secondo luogo, ha scelto come candidato
alla vicepresidenza Mike Pence, che è molto stimato dalla Chiesa. Non so
però se questo basterà a vincere il voto cruciale cattolico-evangelico».
tratto da TEMPI
tratto da TEMPI
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