venerdì 21 ottobre 2016

L'UNESCO, L’INTERNAZIONALE DELLA MENZOGNA


All’ombra della Torre Eiffel, dittatori e antisemiti si sono impadroniti dell’Unesco. Benvenuti nel carrozzone delle turpitudini e della menzogna, dove Israele è un paria

di Giulio Meotti | 18 Ottobre 2016 ILFOGLIO

 “Qui si attaccano i valori fondamentali dell’occidente, i princìpi dei diritti individuali vengono degradati in favore di nebulosi diritti dei popoli”, disse Jean Gerard, ambasciatrice americana all’Unesco, nell’annunciare nel 1984 l’uscita degli Stati Uniti dall’agenzia Onu per la cultura.
 
foto La Presse
La scorsa settimana, l’Unesco ha negato pure i diritti dei popoli. Quelli del popolo ebraico. L’Unesco ha appena cancellato tremila anni di storia ebraica di Gerusalemme. Per dirla con il quotidiano Haaretz, “è il giorno in cui l’Onu ha degradato il sito ebraico più importante al mondo al rango di una stalla”.

E’ una risoluzione così inaccettabile che lo stesso direttore dell’Unesco, Irina Bokova, e il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, hanno ritenuto di doversi dissociare.

Dire che la collina sopra la città vecchia di Gerusalemme non è il Monte del Tempio ma “al Aqsa Mosque - al Haram al Sharif” e che il Kotel HaMahariv, il muro occidentale costruito da Erode e che gli occidentali chiamano Muro del Pianto, è “al Buraq Plaza”, significa che la più alta istanza mondiale della conoscenza ha incorporato la posizione estremista nell’islam per cui non c’è mai stato nessun Tempio a Gerusalemme. Rispetto a quando la signora Gerard tenne quel discorso, poco è cambiato all’Unesco.

Oggi nel board siedono 58 paesi membri. Di questi, secondo l’organizzazione non governativa Freedom House, 20 sono “parzialmente liberi”, 15 sono “non liberi” e soltanto 23 “liberi”. Dittature e autocrazie dominano la commissione mondiale delle idee. Sono loro a brandire quella che la Heritage Foundation ha definito “la cultura come arma di propaganda antioccidentale”.


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